La trasmissione di Fabio Fazio comincia subito con un primo intervento ironico di Silvio Berlusconi, che rimprovera il conduttore per la barba grigia: «Le posso dare un consiglio da vecchio editore di tv? Quando uno comincia ad entrare nella maturità come Fazio e vede una barba grigia, dovrebbe avere il coraggio di tagliarsela, viene meglio in video». E ancora: «Sa perché non sono mai venuto finora? I suoi inviti non me li hanno mai fatti pervenire…».
Poi il tema del futuro di Forza Italia, a una settimana dalle elezioni, l’ex premier parla di un partito leggero che stenda i suoi confini, pur rimanendo il punto di coesione per tutti i moderati. «Si deve dare vita ad un grande soggetto che deve essere non un partito, ma un comitato elettorale». La differenza con la Casa delle liberta? «Lì c’erano i partiti, qui è un qualche cosa che va oltre». Ma l’erede, il successore? Chi sarà? Su questo Berlusconi non si sbilancia. «Non ho mai pensato a un erede, e poi ancora non si è fatto vivo».
Di sicuro, torna a bocciare le primarie: «Finora sono state manipolabili. Con le primarie sono stati scelti i peggiori sindaci che le città abbiano avuto nella storia».
Non poteva mancare il consueto attacco al governo Renzi: «Non siamo una democrazia, la situazione è preoccupante. C’è un signore mai eletto che guida un governo. In Italia c’è una democrazia sospesa, che non mostra di sapere ciò che ha bisogno il Paese e sta portando l’Italia ad una crisi forte». Ma l’attacco più duro è per gli ex alleati: Alfano, Fini, Fitto? «Hanno abbandonato Fi dei professionisti della politica. Per me e per la maggioranza di FI la politica è dovere, loro fanno politica per il proprio tornaconto e non hanno speranza di un futuro politico».
L’affondo più duro è per il responsabile del Viminale. Alfano ministro? «E’ attaccato alla sua poltrona con forte affetto…». Parole imbarazzanti a sette giorni da elezioni regionali in cui Ncd e Forza Italia sono schierati fianco a fianco.
Silvio ne ha anche per l’altro alleato riluttante, Matteo Salvini: «Non si può pensare che Fi senza il suo leader che non è candidabile e che non va in tv possa resistere a un Salvini che va in tv 6 ore alla settimana. Io ho avuto in maniera forte e precisa l’indicazione di non andare in tv. Mi è stato imposto».
Per il resto, Berlusconi torna al mantra delle origini: la rivoluzione liberale. «Una grande riforma della macchina dello Stato, una grande riforma del fisco, una riforma profonda della magistratura». Rivendica di aver avuto un ruolo decisivo nella fine politica di Grillo. «Alle europee ho avuto il merito di decretare la decadenza di Grillo, la storia di Grillo è finita, in Parlamento i suoi non contano nulla».
C’è ancora il tempo per una parentesi sul Milan. «Sto cercando qualcuno che sia disposto a condividere con me i finanziamenti per il mio Milan. Non ho intenzione di lasciarlo, ma di riportarlo ai livelli di qualche anno fa, quando era la squadra più titolata del mondo». Non resiste quando si tratta di conoscere il risultato della partita dei rossoneri contro il Torino. Ma quando Fazio gli domanda se sia pentito di aver mandato via Allegri glissa, in politichese puro.
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