Silvio Berlusconi in una lunga intervista al Mattino torna a fare il nome di Antonio Tajani come possibile premier del centrodestra. Anche se “mi piacerebbe molto un premier donna, ma purtroppo non è ancora emersa la figura con le caratteristiche adatte”. Dunque, “sarà un uomo, di straordinaria autorevolezza ed esperienza, in Italia e all’estero. Certo non un neofita, ma l’esperienza che conta non è solo quella politica”.
Berlusconi è sicuro che a indicare il premier sarà Forza Italia, perché “sarà di gran lunga il primo partito del centrodestra”.
Sul problema dell’immigrazione: “Salvini non è così bellicoso come viene dipinto. In ogni caso, eviterei ogni strumentalizzazione politica di quanto è accaduto a Macerata: è morta una ragazza in circostanze drammatiche e poi un folle ha tentato di far giustizia da sé. Invece di domandarci a chi conviene tutto questo, dobbiamo domandarci come si è arrivati a questo punto. Io mi guardo bene dal criminalizzare gli stranieri, anche quelli che sono entrati e vivono da clandestini nel nostro Paese. Ma qualunque persona responsabile si rende conto che 600.000 persone, l’equivalente di una città come Palermo o Genova, che vivono ai margini della società, di elemosina o di piccola criminalità, sono una bomba sociale pronta ad esplodere. E il dramma colpisce soprattutto gli italiani più deboli”.
E ancora, sulle proposte lanciate in campagna elettorale: “Sfido chiunque a dire di avermi sentito pronunciare la parola ‘condono’. Però io credo che – anche in campagna elettorale – non si debba parlare per slogan, ma usare il buon senso. Va benissimo dire no ai condoni, ma cosa facciamo quando troviamo una famiglia povera, con dei bambini, oppure una persona anziana senza redditi, che vive in un’abitazione abusiva? Sono situazioni diffuse, soprattutto qui al Sud. Abbattiamo la casa e li buttiamo in mezzo alla strada? Io questo non lo permetterò mai”.
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“Nessuna sanatoria. Quando si passa da un regime fiscale all’altro, è però necessario chiudere con il passato, anche perché il contenzioso tributario come funziona oggi è al tempo stesso vessatorio per i cittadini e inefficiente per lo Stato”.
Non poteva mancare il tema della riforma della giustizia, “rimane una delle nostre priorità. Da un lato, la giustizia è lenta e inefficiente, dall’altro in molti casi è irrispettosa dei diritti delle persone. Noi pensiamo a una giustizia nella quale difesa e accusa siano sullo stesso piano, grazie alla separazione delle carriere; nella quale il carcere prima del processo sia possibile solo per reati di sangue, introducendo per tutti gli altri il meccanismo della libertà su cauzione, come in America; nella quale le sentenze di assoluzione, una volta pronunciate, non siano appellabili da parte dell’accusa. Un cittadino che un tribunale ha definito innocente ha diritto di vedere chiusa la sua vicenda giudiziaria”.
“Contrariamente a quello che si è detto o scritto, io non ho mai avuto motivi di polemica con la magistratura nel suo complesso. Anzi riconosco senza difficoltà che la grande maggioranza dei magistrati italiani sono persone di valore, che svolgono un lavoro difficile e delicato spesso in condizioni difficili, con sobrietà e senso di responsabilità”.
Quando il giornalista gli chiede se Grillo è riuscito a ripetere il “miracolo” di creare un partito di massa dal nulla, proprio come fece Silvio Berlusconi nel ’94, il Cavaliere risponde così: “Rifiuto con sdegno questo paragone. Noi nel 1994 abbiamo messo insieme l’Italia migliore, abbiamo raccolto in politica i ceti produttivi, che – senza mai aver fatto politica in prima persona – mandavano avanti il Paese. Lo abbiamo fatto in nome di un’idea liberale di trasformazione, anzi di rivoluzione, pacifica, positiva, costruttiva, basata sul sorriso. Grillo ha riunito un gruppo di attivisti che non hanno alcuna esperienza, che non hanno mai lavorato, che vivono di politica, che sono portatori di un progetto rancoroso, pauperista, ribellista, basato sull’invidia sociale, sull’odio, sulla menzogna. La nostra è l’Italia del fare, quella di Grillo è l’Italia del distruggere”.
Sulla bufera dei rimborsi commenta: “Le colpe dei grillini sono ben altre. Questa storia della mancata restituzione degli stipendi è ridicola, e conferma quello che dico di loro, sono dei mestieranti della politica pronti a tutto per lo stipendio. Ma è ancora più ridicola l’idea che i problemi delle imprese si affrontino decurtando lo stipendio dei parlamentari. Non possiamo davvero mettere l’Italia nelle mani di chi ragiona così”.