Lando Maria Sileoni, Segr. Gen. Della Federazione Autonoma Bancari Italiani, è intervenuto su Radio Cusano Campus. Il premier Conte ha riproposto l’idea di una banca pubblica per gli investimenti al sud. “Siamo nel Paese dei sogni, nel libro dei sogni – ha affermato Sileoni -. Una banca che ha cercato di dare un contributo e un sostegno ai territori del sud c’è stata, i politici se lo dimenticano perché conoscono poco la storia del settore bancario. C’era il Banco di Napoli che aveva i dipendenti più qualificati d’Italia. Il banco di Napoli e anche il Banco di Sicilia avevano il compito di sostenere le economie locali. Poi è andato a finire che il banco di Napoli è saltato perché è stato preso come una mucca da mungere da parte di istituzioni che ne hanno approfittato. E il banco di Sicilia è stato incorporato da Unicredit e non è più quello che era un tempo. Anche illustri economisti hanno detto che la banca del mezzogiorno è un progetto che già c’è stato e non ha prodotto i risultati che si proponeva. L’economia riparte con gli investimenti. Il problema del sud sui grandi investimenti è l’abbraccio mortale della criminalità organizzata. Se non vengono controllati i subappalti, è chiaro che i grandi finanziamenti finiscono in mano alla mafia e buttiamo dei soldi. Bene la banca pubblica del mezzogiorno, a condizione che ci siano i controlli e che i progetti alla fine vengano realizzati”.
Sullo spread. “Lo spread non è un fantasma, è un incubo. I mercati oggi su tanti aspetti sociali sono molto più forti della politica. Se si alza lo spread le condizioni economiche delle famiglie e delle imprese cambiano, questo deve essere chiaro. Dal 2008 ad oggi, aumentando lo spread aumentano conseguentemente i tassi per i prestiti alle imprese e per i mutui alle famiglie. Se abbiamo un governo credibile che produce una politica economica e sociale che mantiene basso lo spread, i tassi vengono contenuti”.