Sono moltissime le sedi diplomatico-consolari italiane all’estero che lavorano al meglio delle loro possibilità; ma non sono pochi quei Consolati che hanno grandi difficoltà ad offrire servizi consolari efficienti in tempi dignitosi. E’ il caso del Consolato Generale d’Italia a Barcellona, per esempio, che sembra brillare per la sua inefficienza. Proprio per questo, la comunità italiana di quella circoscrizione consolare ha organizzato per sabato 18 marzo una manifestazione pacifica davanti alla sede, per protestare “contro l’inefficienza e l’assoluta assenza di ogni assistenza da parte del Consolato generale di Barcellona”.
Dall’altra parte del mondo, le cose non vanno meglio. A La Plata, Argentina, i connazionali hanno ormai perso la pazienza. Scenderanno in piazza il giorno 13 aprile, convocati dal MAIE di Ricardo Merlo, per chiedere servizi consolari migliori.
Vogliamo restare in Argentina e capirne di più. Capire, per esempio, come funzionano le cose nel Consolato generale di Buenos Aires, il più grande al mondo per numero di iscritti AIRE. Ne abbiamo parlato con Dario Signorini, presidente del Comites di Buenos Aires, che ItaliaChiamaItalia ha raggiunto telefonicamente.
“L’attenzione da parte del Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires è la migliore possibile”, dichiara Signorini, che spiega: “E’ un Consolato che lavora a pieno ritmo: l’anno scorso si sono fatti 38mila passaporti e 11mila cittadinanze. Numeri importanti, per un Consolato che conta con la quantità di connazionali più grande del mondo, oltre 400mila”.
I rapporti tra Comites e Consolato? “Ottimi. C’è grande disponibilità del Consolato nei confronti del Comitato, una possibilità permanente di confronto con il Console Generale Marco Petacco e il Console reggente Antonio Puglioni”.
Certo, osserva Signorini, “con la quantità di richieste di cittadinanza che ci sono, è praticamente impossibile dare a tutti la possibilità di essere ricevuti, ma questo è un problema che deve risolvere Roma. Invece vediamo che la stragrande maggioranza riesce a rinnovare il passaporto, una pratica che interessa tutti i connazionali”.
La sede di Buenos Aires “può contare con circa quaranta persone, per una numerosissima comunità italiana e una circoscrizione consolare vastissima. In più occasioni, comunque, il Console generale ha dimostrato volontà ferrea, capacità tecnica e sensibilità umana nell’affrontare problemi e urgenze”.
Signorini ci tiene a precisare che il Consolato generale di Buenos Aires “ha sempre lavorato moltissimo. Anche durante la pandemia non ha mai chiuso. Come Comites abbiamo lavorato con la sede consolare gomito a gomito, nell’interesse dei connazionali”.
Eppure le lamentele dei connazionali residenti in Argentina sono moltissime… “Tanti miei colleghi, che vivono e operano nelle zone più interne del Paese, mi dicono che i servizi consolari da quelle parti sono disastrosi. Nel caso di La Plata, per esempio, davvero pessimi. Per questo – conclude Signorini – parteciperò alla manifestazione di protesta convocata dal MAIE il giorno 13 aprile a La Plata, proprio davanti alla sede del Consolato, per fare sentire forte la voce degli italiani e degli italo-discendenti”.