Riporto queste parole da Facebook: “Col debito pubblico al 134 per cento, con la crescita economica inchiodata da vent’anni allo 0 virgola, con tasse record in Europa, con una natalità da fine Impero Romano, con l’emigrazione di giovani italiani e l’immigrazione di giovani africani, con un futuro da società vecchissima e immobile come una balena spiaggiata, stiamo parlando da una settimana su proposta del governo di tassare merendine e bibite gassate. Siamo finiti”.
Queste parole non sono state scritte da un pericoloso “fascista” o da un “nazista” ma dal giornalista Giulio Meotti, il quale è di tendenze liberali e sostiene Israele, come lo sostengo io. Meotti scrive su giornali come “Il Foglio”. Queste parole rispondono a verità.
Il nostro Paese ha bisogno di crescere, ma per crescere si deve cambiare completamente il sistema, tagliando la burocrazia, tagliando la spesa pubblica, abbassando le tasse, abbassando il costo dell’energia elettrica, riformando la giustizia e facendo nuove infrastrutture. Purtroppo, sembra che le politiche attuali non vadano verso questa direzione. Anzi, si vogliono tassare persino le merendine. Se questo è ciò che questa classe politica che ci governa pensa di fare per noi, siamo davvero fritti.
Per esempio, è normale che in una bolletta dell’energia elettrica su 100 Euro che si pagano solo 44 siano di effettivi consumi, mentre tutto il resto è dovuto ad oneri di trasporto e tasse, per finanziare le fonti rinnovabili, le quali non sono mai state implementate correttamente? Un’inchiesta di Mario Giordano conferma ciò. Intanto, anche le stesse politiche non favoriscono quell’imprenditoria che punta sulla ricerca ma favoriscono quegli imprenditori che cercano braccia. Così, i nostri giovani laureati e diplomati se ne vanno dal nostro Paese.
Un giovane italiano con titoli di studio che va in un’azienda per cercare lavoro si sente rispondere dal titolare con queste parole: “Le faremo sapere”. Poi, arriva un immigrato e trova subito lavoro. Per questo motivo, penso che sia lecito temere che il futuro del nostro Paese sia fosco, a meno che non ci siano dei cambiamenti radicali.