L’Università Bicocca di Milano ha deciso di sospendere le lezioni del professor Paolo Nori sul romanziere russo Fëdor Dostoevskij, salvo poi fare marcia indietro dopo le polemiche. Gli atleti russi e bielorussi sono stati messi fuori dalle Paralimpiadi. Il russo è diventato il nemico, a prescindere dal fatto che sia pro o contro Putin. Questo è il sonno della ragione. Una cosa è contrastare la politica di un personaggio come Vladimir Putin. Ben altro è arrivare ad una vera e propria russofobia che porta a censurare uno dei più grandi romanzieri dell’Ottocento. Basti ricordare opere come “Delitto e castigo”, “L’idiota”, “I demoni” ed “I Fratelli Karamazov”.
Se non ci fosse stato Dostoevskij non ci sarebbe stato nemmeno un grande scrittore italiano come Federigo Tozzi. Il romanziere russo fu il padre di un genere letterario molto attuale. Infatti, le opere di Dostoevskij (che anni fa anch’io ebbi il piacere di leggere) trattano l’umanità nei suoi aspetti più profondi. Personaggi come Rodiòn Romànovič Raskòl’nikov (protagonista di “Delitto e castigo”) ed il principe Myškin (protagonista de “L’Idiota”) possono essere definiti i precursori degli antieroi e degli inetti dei personaggi dei romanzi di Italo Svevo e del già citato Federigo Tozzi. Dovrebbero essere lette e studiate anche nelle scuole medie e in quelle superiori.
La motivazione tirata fuori dall’università è stata la questione delle polemiche che sarebbero scaturite da tali lezioni. Peccato che le polemiche ci siano state comunque e che l’università sia stata costretta a tornare sui suoi passi. Se si dovesse ragionare con lo stesso metro di giudizio per altri, per esempio, non si dovrebbe più ascoltare la musica di Johann Sebastian Bach e quella di Wolfgang Amadeus Mozart. Infatti, Bach era tedesco e Mozart era austriaco. L’Austria fu la terra natale di Adolf Hitler e la Germania fu il Paese nel quale questi fece carriera. All’estero qualcuno potrebbe dire di non leggere più Dante Alighieri e Giacomo Leopardi perché questi uomini di cultura erano italiani e l’Italia fu anche la terra di Benito Mussolini. Certamente, Bach e Mozart non possono essere associati ad Hitler come Dante e Leopardi non possono essere associati a Mussolini e Dostoevskij e Tolstoj non possono essere associati a Stalin e a Putin. Dunque, cerchiamo di essere seri.
Chi dice che una delle prime vittime della guerra sia la ragione dice una cosa vera. La cultura dovrebbe essere qualcosa che unisce le persone.
Invece, la si usa per dividere e per seminare conflitti. Dunque, si condanni Putin, ma la russofobia è insensata.