Il 4 dicembre prossimo i cittadini italiani si recheranno alle urne per approvare o bocciare gli emendamenti alla Costituzione italiana approvati dal Parlamento. Naturalmente con un tema così importante il dibattito nazionale ha avuto reazioni estreme da chi vuole vedere la costituzione modificata e da chi la difende a spada tratta. In entrambi i casi i ragionamenti non trattano gli effetti dei cambiamenti, ma affrontano temi che poco hanno a che fare con pregi e difetti delle modifiche e molto su personaggi, oppure su scontri all’interno di o tra partiti politici.
Per quanto sia bella nelle intenzioni espresse nella sua prima parte, nel suo funzionamento la costituzione è stata un disastro. La prima volta che l’ho letta, ero all’università in Australia, mi ha colpito perché era troppo democratica. Nel timore di prevenire il ritorno della dittatura i costituenti hanno disegnato una costituzione che ha reso difficile governare il paese e i circa 70 governi che da allora si sono succeduti ne sono la prova inconfutabile.
È proprio questa ingovernabilità con la sua conseguente delusione popolare nella politica che vediamo da decenni ormai in Italia che crea le condizioni per future dittature. Una prova di questo pericolo, in versione molto soft, si trova in effetti nei vari governi Berlusconi e il loro disprezzo palpabile del sistema parlamentare, come la compravendita dei parlamentari.
Il maggiore fattore che contribuisce a questa ingovernabilità si trova nel bicameralismo perfetto. In tutti i sistemi bicamerali nel mondo, come abbiamo visto in Italia, le due camere raramente hanno la stessa maggioranza. Nell sistema italiano con la doppia fiducia questo creava e continua a creare ritardi sia nel formare governi che approvare leggi. Qualsiasi modifica disegnata non solo e tanto per ridurre i senatori, ma per rendere più facile formare governi e far approvare leggi è da accettare il più presto possibile. Il 4 dicembre il Paese avrà la possibilità di fare questa scelta.
Naturalmente ci sono altre modifiche da fare, come abolire il voto segreto dei parlamentari (e dunque mettere fuori causa i franchi tiratori che rendono il parlamento instabile), ma per ora se questo referendum avrà l’effetto di migliorare la governabilità allora l’Italia avrà fatto il primo passo importante.
Bisogna modificare e migliorare gli altri dettagli che rendono il sistema governo italiano così inefficace come la legge elettorale e le procedure per formare i governi e le procedure parlamentari. Considerare la costituzione intoccabile come unico motivo per bocciare gli emendamenti è controproducente. Qualsiasi costituzione è scritta da esseri umani e quindi ha la stessa probabilità d’essere imperfetta. Altri paesi regolarmente modificano le loro costituzioni e inseriscono fattori non inclusi nella sua versione originale, anche per modificare quegli statuti che le esperienze del tempo dimostrano inefficaci, oppure nocive. L’esempio più lampante dei cambiamenti alla costituzione nazionale si trova negli Stati Uniti che è stata modificata ventisette volte e spesso in seguito a decisioni della Corte Suprema del paese che ha riconosciuto lacune nel documento originale.
Una Costituzione deve essere vivente e cambiare con il paese che guida. Non tutti saranno d’accordo con tutte le modifiche, però nessuno può negare che ci sono temi da affrontare e modificare. La prima possibilità sarà domenica 4 dicembre e se il referendum verrà bocciato allora nessuno saprà quando ci sarà la prossima possibilità di poterlo fare, ma nel frattempo ci troveremo costretti a continuare con tutti i difetti funzionali che conosciamo troppo bene.
Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che la nostra Carta suprema deve essere trattata con cura e questo vorrà dire aggiornarla quando necessario affinché sia sempre valida per guidare la vita di tutti noi cittadini italiani. Questo non è un optional, ma una parte del prezzo da pagare per assicurare che la nostra costituzione rispetti gli ideali e i valori espressi così bene nella sua prima parte.
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