Una sedia fatta di animali di peluche, o la “Vermelha”, poltrona ora esposta al Moma, fatta di 500 metri di corda, o la sedia “Favela” che starebbe benissimo nello studio di Ballarò, o il divano “Boa” che si vedeva anche nella villa berlusconiana di “Loro”.
Mattissimi i fratelli Campana, brasiliani di origini italiane, che hanno tropicalizzato il postmodernismo del design, giocando anche in anticipo con quell’ecologismo che ora è un must.
Dagli anni ’90 – scrive Il Foglio – clienti come Artemide e Louis Vuitton, Venini e Vibram.
Humberto aveva iniziato come avvocato, e il fratello Fernando, architetto, è morto nel 2022. I quarant’anni del duostudio- bottega di famiglia – vengono festeggiati in Cina, in una mostra “Impermanence” co-curata da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano alla Triennale.
“In Asia non erano mai state organizzate mostre sui Campana e la direttrice Gong Yan ha pensato di rompere un silenzio, raccontarndoli al pubblico cinese e cosmopolita di Shanghai”, dice al Foglio Sammicheli, che ha lavorato alla “vasta retrospettiva con due installazioni site specific”.