Vittorio Sgarbi, intervenuto su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, ha parlato del recente caso di Pompei: cancelli chiusi senza preavviso per colpa di una assemblea sindacale, migliaia di turisti in fila sotto il sole, disagi e polemiche.
"Quando ero sottosegretario – ha affermato Sgarbi – ho cercato di evitare di occuparmi di Pompei, che è un’isola molto difficile nella quale si rischia sempre di naufragare. Infatti ci sono caduti tutti i ministri. Si tratta di un sito così importante e visitato, che ogni piccola cosa fa notizia. Pompei non è mai stata priva di finanziamenti, è stata priva di capacità di utilizzarli. I custodi a Pompei sono più numerosi del necessario, la ripartizione dei custodi in Italia è molto clientelare. Lì i sindacati fanno scioperi per qualunque cosa. E’ difficile controllare una situazione in cui i custodi non sono lì per necessità, ma per il posto di lavoro. Tutto ciò che accade a Pompei è un’anomalia, non può capitare a Varese, a Como, a Reggio Emilia. Se Pompei fosse vicina a Verona andrebbe benissimo. A Pompei ci sono poteri autonomi, come quello dei custodi, che possono mettere in difficoltà la soprintendenza e il ministro".
Per quanto riguarda invece la situazione che vive la capitale d’Italia: “A Roma assoluta pigrizia mentale e totale mancanza di volontà di valorizzare l’arte”, ha sottolineato Sgarbi. “Palazzo Braschi ad esempio potrebbe essere un museo da 500mila visitatori all’anno, invece non ci entra nessuno. Nessuno sa cosa ci fanno. Quando sono andato a trovare il sindaco Marino per chiedergli di fare una mostra a Palazzo Braschi, lui mi ha risposto ‘Ma di chi è Palazzo Braschi?’. Io gli ho detto che è suo, è del Comune. Se tu hai un cesso che sputa acqua e non sai come ripararlo, devi chiamare l’idraulico. Qui manca l’idraulico".
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