Esiste una quota di anziani verosimilmente piu’ ampia del previsto che conserva una vita sessuale vera e propria. “In un editoriale del ‘New England Journal of Medicine’ del 2015, John Bancroft del Kinsey Institute rilevava che nel gruppo di eta’ fra i 75 e gli 85 anni il 38,5% degli uomini e il 16,7% delle donne riferiva di avere avuto un rapporto sessuale con un partner nell’anno in corso”, fa sapere il professor Leo Nahon, psichiatra, gia’ direttore della divisione psichiatrica dell’Ospedale Niguarda di Milano, in occasione del Congresso dell’Associazione italiana Psicogeriatria, che prosegue: “Sono piu’ gli uomini a ricercare il piacere del sesso: per ogni due donne ci sono 3 uomini pronti a vivere questa esperienza appagante”.
Una curiosita’, questa, che lascia intendere come gli uomini ricerchino partner spesso piu’ giovani. Ma per sessualita’ non si intende necessariamente il rapporto sessuale completo, ma anche altre forme di erotismo sessuale che gli anziani possono trovare. “Tuttavia, in ambito medico e anche specialistico- prosegue ancora Nahon- l’argomento della sessualita’ non viene messo tra gli elementi piu’ rilevanti. In altri termini, ne’ il medico di base ne’ lo specialista, quando si trovano di fronte un ultra 70enne, indagano sul tema della sessualita’, a meno che non sia lo stesso paziente a sollevare la questione”.
Un problema comune a tanti Paesi, non solo in Europa, dove spesso si nega la sfera sessuale per l’anziano: “Un fenomeno paradossale- prosegue ancora l’esperto- per cui vengono trattati come dei giovani adolescenti, come se la sessualita’ non li riguardasse e, anzi, talvolta, neppure esistesse. Il compito del medico invece e’ quello di occuparsi della sessualita’ tra gli anziani. Anche perche’ si tratta di un importante indicatore per valutare la positiva qualita’ della vita”. Avere una relazione affettiva che sia piu’ o meno sessualizzata e’ uno dei fattori “di protezione dell’eta’ anziana- spiega il professor Nahon- ed e’ associato alla longevita’, oltreche’ a un indice della qualita’ della vita soggettiva piu’ alto. Attivita’ fisica e affettiva sono i due elementi cardine per determinare la qualita’ positiva della vita dell’anziano”.
L’obiettivo e’ dare nuovi valori alla terza e quarta eta’ e in genere alla eta’ anziana, riscoprire i valori della vita relazionale, sentimentale e sessuale dell’over 70. A questo proposito, e’ necessario attribuire anche una diversa connotazione al concetto di solitudine: non mero isolamento, ma capacita’ di autonomia.
“Va cessata la demonizzazione della solitudine- osserva ancora Nahon- Sicuramente si tratta di una condizione penalizzante per chiunque e per l’anziano in particolare. Tuttavia, siccome per ragioni demografiche accade facilmente che l’eta’ anziana sia associata alla solitudine, bisogna ridarle dignita’ e valore”. La maturita’ psichica di una persona e’ contraddistinta da una serie di elementi, tra cui la capacita’ di stare soli. Un anziano solo e’ piu’ fragile di uno con socialita’, ma la solitudine puo’ acquisire valore positivo. Un nucleo familiare e legami affettivi generano situazioni favorevoli, ma se non ci sono, la solitudine puo’ diventare capacita’ di reggere in autonomia l’assenza di rapporti sociali diretti. (Red/ Dire)
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