Ritengo che urga, in via prioritaria, risolvere la questione meridionale, ossia lo stato di minor benessere del Meridione d’Italia, per non dire di abbandono politico e, conseguentemente, economico, collegato all’assenza o quasi di grandi realtà produttive che operino nel Sud Italia e, pertanto, garantiscano il benessere economico principale che è il lavoro, che i meridionali sono costretti a cercare altrove, trasferendosi nel Nord Italia o emigrando nel resto del mondo.
Serve, quindi, un provvedimento legislativo che ratifichi una no tax area, in quanto consentirà al Sud Italia di accogliere le aziende o rami di aziende del Nord Italia, rendendole beneficiare di una detassazione rilevante.
La no tax area consentirà lo sviluppo di attività lavorative nel Sud Italia favorendo la delocalizzazione di aziende nel mezzogiorno d’Italia, anziché in altri territori non italiani, come già avviene, in quanto ritenuti meno gravosi dal punto di vista fiscale. Ciò significherà lo sviluppo dei territori del Sud Italia, di cui abbiamo scritto profusamente, da antesignani contemporanei dello sviluppo del Meridione d’Italia.
Il lavoro potrà essere “universalizzato”, ossia diffuso in modo paritetico, nei territori italiani. Non vi è dubbio che da tale universalizzazione prenderà il via la svolta economica e la crescita del benessere del Sud Italia. Creare occupazione nel Sud Italia significa creare lo strumento inderogabile per infliggere un colpo mortale alle mafie che nidificano e, pertanto, si affermano soprattutto dove manca il lavoro regolamentato dal diritto del lavoro e, perciò, precario, motivo del proliferare della povertà economica e morale. In tali territori è certo che manchi lo Stato.
Chi sostituisce lo Stato non vi è dubbio che sia la mafia.
Sulla scorta di tali considerazioni, siamo certi che la mafia può essere debellata solo attraverso il lavoro che lo Stato italiano deve creare e tutelare tenacemente.