Porto l’esempio di una famiglia che vive in una casa popolare e che deve fare l’Anagrafe delle Utenze. Per fare ciò, si deve andare all’ente gestore e portare lì un malloppo di carte. Se le carte non risultassero complete, l’Anagrafe delle Utenze non potrebbe essere fatto e si dovrebbe tornare all’ente gestore per un nuovo appuntamento. Immaginate cosa accadrebbe ad una persona che non ha dimestichezza con le carte. Per quella persona la pratica sarebbe un delirio.
La burocrazia è un problema. In un precedente articolo, ho scritto dell’italiano residente in Canada che è stato dato per morto ma che è vivo e che ha la veneranda età di 97 anni. Non parliamo poi di altre pratiche, come quelle del rinnovo dei passaporti. Come c’è l’italiano dato per morto ma che in realtà è ancora vivo ci sono anche gli italiani morti la cui morte non è stata registrata. Una cosa del genere è accaduta a me, con mia madre, la quale è deceduta il 12 novembre 2020. Avevo comunicato il decesso a tutti gli uffici, ma qualcuno di questi non aveva registrato e dunque dava mia madre ancora per viva. Quest’anno ho scoperto una cosa del genere e mi sono arrabbiato parecchio.
Purtroppo, ci sono troppe situazioni che creano problemi. Oltretutto, la burocrazia non è un’attività che crea ricchezza. Anzi, è un costo per la collettività, un costo che dovrebbe essere ripagato con servizi adeguati. Invece, ci sono troppe storture. Oltre a ciò, tanti burocrati agiscono con il classico atteggiamento di Alberto Sordi nel film “Il Marchese del Grillo”, nella famosa in cui dice: “Io sono io e voi non siete…”.
Un cittadino che non porta le carte corrette rischia di essere trattato quasi come una persona disonesta, a prescindere dal fatto che abbia sbagliato in buona fede o meno.
Fortunatamente, negli ultimi tempi, c’è internet. Grazie a internet, per esempio, si può fare il Modello 730 precompilato, evitando di fare la fila al CAAF. Però, ciò non basta. Mi pare inutile girarci intorno: serve un taglio severo della burocrazia.
Un taglio della burocrazia significherà meno costi per la collettività e più libertà. Una cosa del genere si potrà fare? Temo di no.
In primis, vi è la questione dei “diritti acquisiti”, che in qui in Italia non si possono revocare. In secundis, vi è anche la questione del consenso elettorale. Infatti, anche i burocrati votano. Dato che i burocrati sono tanti, chi “oserà” toccare i loro diritti temerà di rischiare una punizione a livello elettorale. Tuttavia, tale lavoro di “sfoltimento” del ceto burocratico dovrà essere fatto. Chi lo farà, alla lunga, sarà ricordato come un eroe dai cittadini, ma sarà odiato dai burocrati e dai sindacati.
Ci sono anche dei pubblici impiegati che fanno il proprio lavoro in modo dignitoso e al servizio del cittadino, anche venendogli incontro. Tuttavia, ce ne sono anche tanti altri che si comportano con arroganza e che trattano il cittadino come una persona potenzialmente disonesta. Dunque, non serve solo una riduzione del ceto burocratico e delle norme, ma anche una cernita di chi si candida a lavorare nel pubblico impiego.