Aleggiava oramai da settimane, ed ecco che puntualmente è arrivata, con un comunicato ufficiale da parte della Figc, la tanto temuta conferma: nel weekend non si gioca. Diverse le motivazioni di questo pseudo “sciopero”, anzi potremmo parlare più appropriatamente di “serrata” da parte dei calciatori. Non siamo qui a spiegarne le motivazioni, tanto di tutto è stato già detto, ma forse quella a cui potremmo prestarci è una piccola disamina sulle conseguenze che questa voluta dissertazione dai campi da parte degli addetti ai lavori ha avuto su spettatori e osservatori sportivi, scatenando in questo modo un’indignazione totale; in particolare dei tifosi, che sono la vera anima del calcio.
Questa volta, come non mai forse, la loro voce e le loro reazioni non si sono fatte attendere. E’ vera rivolta sul web e non solo. Delusione troppo profonda e sensazione troppo amara nel riscontrare e nell’accettare certi fatti e prese di posizione per la stragrande maggioranza di noi tutti, abituati ad avere pensieri e problemi ben più catastrofici in un momento in cui inevitabilmente la profonda crisi che ha colpito l’Italia e non solo si fa sentire, e dove a maggior ragione il grido “vergogna” verso questi soggetti strapagati prende sempre più forza. Per lo scenario collettivo è difficile in questo momento immaginare giocatori che conoscano vere motivazioni che supportano realmente uno sciopero o una serrata. Forse gli sembrerà un nuovo tipo di slogan per campagne pubblicitarie su cui immancabilmente comparirà il loro volto. E viene ancor più difficile immaginare questi soggetti tanto adirati (e già al sole su yacht, consci del fatto che la prima giornata non si disputerà), in un corteo a protestare, in piazza, come gli operai della F incantieri o di altre società sul lastrico – e l’elenco potrebbe durare a lungo – che hanno dovuto operare grossissimi tagli e creare disoccupati. Ma anche questo termine magari lo ignorano, dando cosi sfogo a dichiarazioni prive di fondamento, sventolando ed avvolgendosi nella bandiera dei principi sanciti dalla contrattazione collettiva. Verrebbe da chiedersi se sono davvero a conoscenza di ciò che sancisce l’art 18 dello Statuto dei Lavoratori, oppure cosa sia realmente il diritto sindacale? Semplice, la risposta è no. Sono troppo avulsi e scevri dal reale vivere quotidiano delle famiglie, dal precariato, dai giovani sotto i 35 che non trovano un lavoro, nonostante una carriera di studi. E’ al quanto inverosimile, e il tutto appare proprio una beffa, sentire questo alto coro di lamenti.
E’ molto umiliante e squallido nei confronti proprio di quei tifosi che ogni giorno devono davvero confrontarsi con l’arte di sbarcare il lunario. Sembra si siano trasformati in una casta , indossando davvero la maglia degli intoccabili per il fisco, perché lo sappiamo tutti che dietro questo braccio di ferro il vero motivo è il cosiddetto “contributo di solidarietà” previsto nelle norme anticrisi messe a punto dal Governo, e su cui tanto chiacchiericcio si è innescato. Un contributo, quello dei calciatori, che appare chiaro non vogliano tirar fuori dalle loro tasche. In questo calderone non possiamo non considerare quanto questo posticipo (definizione che in questo momento è più che altro un augurio) finisce comunque per danneggiare loro stessi, giocatori e società. Sì, perché è giusto evidenziare il come le squadre fino in questo momento siano ancora poco rodate ed avvezze al gioco e come ora questa serrata possa in qualche modo compromettere e condizionare rovinosamente la prestigiosa ma anche temuta partecipazione alla Champions League che davvero poco le nostre Italiane presenti in Europa riescono a centrare. Servirà tanto buon senso, che sappiamo fino allo stato attuale non ha prevalso, ma siamo certi che quello stesso buon senso sia nelle loro corde? Una domanda che speriamo presto possa trovare risposta.
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