Vincenzo D’Anna, senatore e portavoce di ALA, è intervenuto questa mattina su Radio Cusano Campus. Verdini è diventato il capro espiatorio di una parte del Partito Democratico. D’Anna ne è convinto: "Ieri i numeri hanno messo in luce che la maggioranza al Senato non c’è. E’ un discorso molto semplice, solo chi è in malafede può sostenere una falsa polemica contro Renzi per mettergli contro la parte dei postcomunisti del Pd che non si rendono conto di essere stati ineluttabilmente superati dalla storia".
D’Anna ha evidenziato come i voti di ALA siano stati determinanti nella riforma del Senato: "Ieri senza i 18 voti di ALA il Governo si sarebbe fermato, nonostante abbiano votato tre senatori a vita e trasportato al Senato con l’ambulanza il buon Sergio Zavoli. Dire che si snatura la natura del PD perché c’è Verdini equivale a dire una grande sciocchezza. Se il PD vuole governare deve procurarsi più di 60 voti in Senato tra parlamentari che non fanno parte del partito. La parte del PD che contesta Renzi per la sua alleanza con Verdini è in malafede. Tra me e Renzi, che viene dalle file dei giovani dell’UDC, non ci sono tante differenze. Renzi è molto più simile a uno come me che a un Bersani. Il Referendum? Lo vinceremo. Visto che i Cinque Stelle hanno descritto il Parlamento come un luogo inutile, come potranno ora dire ai loro elettori di votare per proteggere il Senato? La gente è incline a pensare che sopprimere una delle due camere sia un elemento positivo. Se Renzi, per paradosso, decidesse di fare un referendum per chiudere sia Camera che Senato, salirebbe dal 60 all’80% dei consensi".
Presto, infine, potrebbero esserci altri ingressi in ALA da parte di grillini delusi: "Ieri è passata da noi la senatrice Gambero, ex Movimento Cinque Stelle. Non c’è nessuno mercimonio in atto, dal gruppo dei Cinque Stelli altri potranno venire. Molti nel Movimento sono delusi da questa sorta di dittatura del web che Grillo e Casaleggio impongono, con espulsioni immotivate. Sono una sorta di piccolo partito leninista, è ovvio che poi la gente si ribelli".
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