Delfina Licata, curatrice del “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma, durante il suo intervento ha spiegato: “Noi della redazione del Rapporto vogliamo cominciare a parlare di ritorni, vogliamo parlare di rientri e di valore aggiunto. Crediamo che la mobilità sia qualcosa di positivo. Ma è necessaria la circolarità. Bisogna avere il diritto di scegliere di restare”.
“L’attuale mobilità italiana continua a interessare prevalentemente i giovani (18-34 anni, 40,6%) e i giovani adulti (35-49 anni, 24,3%) – ha sottolineato Licata – il 71,2 è in Europa e il 21,5% in America (il 14,2% in America Latina). Sono 195 le destinazioni di tutti i continenti”.
“La nostra responsabilità è sempre stata quella di dare attenzione al dato. Abbiamo sempre avuto la necessità di comunicare attraverso il numero. Ma aggi la mobilità pretende una descrizione qualitativa: una descrizione del chi“. Licata ha posto l’accento sulla necessità di una giusta “narrazione della mobilità” che troppo spesso ancora parla di “cervelli in fuga”.
“Il Rapporto comprende la realtà e i nodi da sciogliere. Non si può analizzare però la mobilità italiana slegandola dal contesto italiano”. Dunque nel Rapporto “aneddoti, racconti, interviste. Otto pagine in più rispetto allo scorso anno. L’edizione 2019 è un’edizione che ha dovuto affrontare più problemi ma dopo 14 anni possiamo dire che questo è il volume della maturità: uno strumento culturale che la Chiesa mette a disposizione della società”.