Secondo quanto si legge nelle previsioni demografiche dell’ISTAT al 2065, le migrazioni internazionali (e in parte quelle interne), oltre a influire direttamente su dimensione e struttura di una popolazione, hanno anche un impatto indiretto sulla dinamica demografica, attraverso i loro effetti su nascite e decessi.
Poiché le migrazioni (soprattutto le immigrazioni) sono concentrate nelle età giovanili-adulte, le ipotesi sui futuri flussi migratori hanno un grande effetto sul previsto numero di donne in età feconda e, pertanto, sul numero di nascite più che sul previsto ammontare di decessi.
Il saldo naturale della popolazione cumulato sul 2016-2065, pari a -14,9 milioni in base allo scenario mediano, risulterebbe aggravato di una riduzione di ulteriori 2,5 milioni di individui nell’ipotesi in cui le migrazioni risultassero nulle a tutte le età e a tutte le latitudini del Paese.
In totale il peso assoluto delle migrazioni sulla variazione della popolazione nel 2016-2065 conta per complessivi 10,2 milioni di individui, 7,7 milioni dei quali per via diretta e 2,5 per via indiretta come effetto additivo sulla dinamica di nascite e decessi.
SOLO 54 MILIONI NEL 2065, OGGI SIAMO 7 MILIONI IN PIU’ La popolazione in Italia nei prossimi anni, e’ destinata a diminuire, soprattutto al sud, mentre continuera’ crescere l’eta’ media dei residenti. In particolare, la popolazione residente e’ prevista in lieve decrescita nel prossimo decennio: da 60,7 milioni al primo gennaio 2016 a 60,4 milioni nel 2025. In una prospettiva di medio termine, invece, la diminuzione della popolazione risulterebbe gia’ molto piu’ accentuata: da 60,4 milioni a 58,6 milioni tra il 2025 e il 2045. E’ nel lungo termine, tuttavia, che le conseguenze della dinamica demografica si fanno piu’ importanti.
Tra il 2045 e il 2065, infatti, la popolazione diminuirebbe di ulteriori 4,9 milioni, registrando una riduzione medio annua del 4,4 per mille. In questa ipotesi la popolazione totale ammonterebbe a 53,7 milioni nel 2065, con una perdita complessiva di 7 milioni di residenti rispetto a oggi.
Nella futura dinamica demografica del Paese un contributo determinante sara’ quello esercitato dalle migrazioni con l’estero.
La quota annua di immigrati dall’estero dovrebbe mantenersi a lungo poco sotto il livello delle 300mila unita’, per poi gradualmente scendere fino al livello delle 270mila unita’ annue entro il 2065. Secondo questa ipotesi – spiega Istat – si prevede che nell’intervallo temporale fino al 2065 immigrino complessivamente in Italia 14,4 milioni d’individui.
In totale sarebbero invece 6,7 milioni gli emigrati dall’Italia nell’intero arco di proiezione.
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