L’inflazione ad aprile resta stabile allo stesso valore gia’ registrato nei due mesi precedenti. Ma si tratta di una calma apparente, l’equilibrio, per altro raggiunto su un livello alto, nasconde la corsa dei prezzi per gli acquisti giornalieri, dal cibo ai carburanti, cresciuti su base annua,del 4,7%, ai massimi da oltre due anni e mezzo. E sono, infatti, proprio due delle voci di spesa piu’ frequenti, benzina e diesel, a far segnare i rincari maggiori, con la verde che raggiunge l’aumento piu’ alto almeno dal 1996, ovvero da sedici anni. Le stime diffuse dall’Istat sull’inflazione trovano commenti preoccupati. Le associazioni dei consumatori temono forti stangate, mentre i commercianti fanno notare i rischi di un ulteriore aumento dell’Iva.
Guardando nel dettaglio i dati emerge come l’inflazione si sia stabilizzata su una variazione congiunturale dello 0,5% ed una tendenziale del 3,3%. Il valore annuo e’, quindi, ben distante dal quello che l’Istat definisce il gruppo dei prodotti acquistati con maggiore frequenza, il cosiddetto carrello della spesa, che su base annua risulta superiore di 1,4 punti, attestandosi su valori piu’ alti dal settembre 2008. A spingere la lista degli acquisti di tutti i giorni e’ la benzina che rispetto ad aprile 2011 sale del 20,8%, battendo anche il gasolio (20,5%). Per la verde si stratta di un’impennata record, che l’Istat non registrava da quando sono disponibili le serie storiche. A riguardo dall’Unione petrolifera spiegano come sull’aumento abbia pesato il carico fiscale. Per l’Up, infatti,in un anno la sola componente accise per la benzina e’ salita del 23% e per il gasolio del 37%.
I consumatori commentano con allarme i nuovi dati sull’inflazione, per il Codacons un carrello della spesa al +4,7% si traduce in una stangata annua per una nucleo di quattro persone pari a 686 euro. Secondo Federcosumatori e Adusbef ‘con l’inflazione a questo livello, gli aggravi per le famiglie, esclusi gli aumenti delle varie tassazioni saranno di oltre 1.334 euro annui’. Anche per i commercianti la stabilita’ del tasso d’inflazione annuo non rassicura: ‘Rischia di essere la sintesi di due situazioni negative che si contrappongono, da una parte gli interventi fiscali con in particolare il boom dei prezzi dei carburanti e dall’altra parte la forte crisi dei consumi’, spiega Confesercenti. A riguardo Confcommercio fa notare che il calo mensile segnato dagli alimentari (-0,1%) potrebbe proprio risentire del calo della domanda.
Guardando alla zona euro, invece, secondo i dati di Eurostat l’inflazione, calcolata in base all’indice armonizzato dei prezzi per i Paesi dell’Ue, segna un lieve calo, passando al 2,6% dal 2,7% di marzo. Lo stesso indice registra per l’Italia un valore su base annua del 3,8%, quindi ben superiore alla media dell’Ue a 17. Sempre Eurostat rileva, con riferimento all’ultimo trimestre dello scorso anno, un aumento del tasso di risparmio delle famiglie dell’Unione europea, a fronte di redditi che continuano a scendere e di investimenti che rimangono fermi.
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