Direttamente da New Delhi, raggiunta via Skype, nasce l’intervista con la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, presso l’Ambasciata Italiana, la Dott.ssa Alessandra Bertini Malgarini, persona piacevole e simpatica con la quale si sono toccati vari argomenti sulla cultura: dalla musica all’opera lirica al design, senza dimenticare la letteratura, fotografando in maniera dettagliata l’impronta ben solida dell’Italia in India.
La “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo”, evento promosso dalla Farnesina che ha accolto con molto interesse l’Ambasciata d’Italia a Delhi, si è conclusa da poco. E’ stato un grande successo.
1352 sono gli italiani iscritti all’AIRE residenti in India e ben introdotti nel tessuto indiano. Attraverso gli occhi di Bertini Malgarini conosciamo meglio questo Paese, che non è solo sinonimo delle ben apprezzate tecniche di meditazione… ma è molto di più.
Si è da poco concluso un importante evento di successo promosso dalla Farnesina. Cosa mi racconta?
Il Ministero degli Esteri ha istituito sedici anni fa l’evento “Settimana della lingua italiana nel mondo” e chiede alla rete, ossia Ambasciate, Consolati ed Istituti di Cultura, di organizzare eventi relativi alla lingua italiana. Personalmente prendo questo evento per parlare l’italiano. Per una settimana si fa qualcosa di speciale nelle università, nelle scuole, per promuovere il nostro idioma, questo è lo spirito del nostro evento. In tutto il mondo dove c’è la presenza italiana si cerca di fare qualcosa per la nostra lingua. Dovrebbe essere nella terza settimana di ottobre, ma ogni Ambasciata si gestisce a seconda delle possibilità del luogo. Tra le attività svolte ci sono corsi con docenti, teleconferenze sul design, una mostra con la Fondazione Pirelli, ossia tutti eventi per promuovere l’italiano dal punto di vista letterario e linguistico. Possiamo porre in essere tante iniziative, purchè si parli d’italiano.
Quali sono i numeri degli studenti indiani interessati alla cultura italiana?
L’India e l’Italia sono due Paesi che hanno molte affinità e radici antichissime. Gli indiani sono abbastanza interessati alla cultura italiana ed ecco alcuni numeri importanti per fotografare meglio la reale situazione.
Cultura e lingua italiana in India:
• Oltre 160 iniziative culturali organizzate nel 2016 dagli Istituti Italiani di Cultura di New Delhi e Mumbai
• 3 College (New Delhi), con 101 studenti
• 10 le Università in India in cui si studia Italiano per un tot di 398 studenti
• 2 Enti privati (Mumbai e Delhi) che offrono corsi di lingua, con 307 studenti;
• 546 studenti dei corsi di lingua italiana presso gli Istituti Italiani di Cultura di New Delhi e Mumbai nel 2016.
Quali i settori di maggiore interesse?
L’India non è come la Cina, il Giappone o la Corea, dove gli studenti imparano l’italiano per la musica ed un gran numero di loro vuole diventare cantante d’opera o musicista. Qui in India chi studia italiano lo fa per venire in Italia per le discipline di architettura e design. Moltissimi gli studenti indiani che sono al Politecnico di Torino o di Milano, che studiano ingegneria meccanica. Oppure si impara una nuova lingua che consente ai lavoratori uno scatto di carriera.
L’abbinamento delle due culture, quella italiana e quella indiana, è apprezzato?
La promozione della cultura italiana in India funziona sempre coinvolgendo artisti indiani. Spesso organizziamo eventi in collaborazione; esempio sulla fotografia, c’è l’abbinamento di una fotografa italiana ed una indiana. L’interscambio culturale è vincente.
Sotto la Sua direzione l’Istituto Italiano di Cultura a New Delhi come accoglie nuovi progetti?
Quello che voglio far passare come messaggio ai lettori è che l’Istituto Italiano di Cultura in India è “a porte aperte”. Molto attivo nel valutare nuove idee e nuovi progetti. Amo sperimentare e lavorare attivamente. Questo è quello che mi piace fare.
Gli indiani apprezzano l’opera lirica?
Gli indiani sono affascinati dall’opera e a dicembre infatti si esibirà qui a New Delhi un duo italiano formato da un pianista, Roberto Prosseda, e il tenore Marcello Nardis, che faranno un tour in cinque città indiane con un programma con le più belle arie d’opera da Verdi a Rossini.
Come mai in India non ci sono Teatri d’Opera?
La musica occidentale è molto distante da quella indiana ed anche il loro modo di cantare è completamente diverso. Non c’è un’orchestra stabile, solo una a Mumbai, ma è part-time e sono quasi tutti stranieri. Per loro la ricca ed antica tradizione musicale indiana è ancora molto sentita. Questo non impedisce loro di apprezzare cantanti d’opera, musicisti. Ci sono scuole private per l’insegnamento della musica occidentale. Imparare a suonare un pianoforte fa un pò chic.
A Lei piace l’opera?
Sì, mi piace la grande opera, quella che ormai non si fa più, perchè costa troppo. Per me l’opera è tutto l’insieme: la musica, i cantanti, la scenografia e le luci, mantenendo la ricchezza di un tempo. Oggigiorno spesso si va all’opera e le ambientazioni sono minimal e contemporanee. Questo non lo gradisco, pensi che ho cambiato del tutto i miei gusti musicali: ora amo molto la musica elettronica.
A Torino c’è il prestigioso Teatro Regio, che credo si rifaccia spesso ad allestimenti del passato, quando non mette in scena quelli contemporanei.
Capisco perfettamente che ci siano problemi di costi ed i teatri fanno bene a fare come riescono. Londra ad esempio è una piazza dove per eccellenza i teatri d’opera puntano sul moderno. Se fatte da bravi registi, spesso mi piacciono le opere liriche in chiave contemporanea, perchè danno sfogo ad una nuova lettura, ma se il regista non è bravissimo si rischia il flop.
Quale altro tipo di musica è apprezzata in India?
Il jazz, infatti abbiamo in India ora Enrico Zanisi in tour da Calcutta, a Delhi, Chennai, dove in questa città al Conservatorio farà anche una Masterclass per i giovani indiani. Il tour si concluderà il 4 dicembre nella città di Pune. E’ un artista talentuoso, pianista e musicista che ha una formazione classica, ma la sua vera natura è l’improvvisazione. Il suo ultimo disco è un vero capolavoro.
Cos’altro promuove l’Istituto Italiano di Cultura a New Delhi entro fine anno?
Un altro artista italiano di Torino, Daniele Galliano, che è stato selezionato per la terza Biennale d’Arte di Cochin, giunta alla terza edizione che dura circa dalla metà di dicembre 2016 a marzo 2017. Particolare attenzione all’arte contemporanea che è molto apprezzata dagli indiani, forse perchè loro hanno già una bella ma pesante tradizione e quindi hanno voglia di contemporaneità.
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