“La comunità italiana in Argentina è in grande fermento per le dichiarazioni offensive di Rodolfo Tailhade, un deputato vicino all’ex Presidentessa Cristina Kirchner che, intervenendo in Parlamento per criticare l’attuale Presidente della Repubblica, ha detto che Mauricio Macri è originario del Sud Italia e quindi sarebbe una specie di Vito Corleone perché in Sicilia e Calabria sarebbero tutti mafiosi o camorristi”. Così scrive Tullio Zembo su L’Italiano che dirige a Buenos Aires.
“La pagina web de quotidiano L’ITALIANO, che ha riportato il video di questo discorso, ha registrato i commenti fortemente indignati di moltissimi italo-argentini.
Immediata è stata la reazione della FACA (Federazione delle Associazioni Calabresi in Argentina) e della FESISUR (Federazione delle Entità Siciliane in Argentina) che hanno diramato un comunicato congiunto, a firma dei rispettivi Presidenti Julio Croci e Filadelfio Oddo, per chiedere le scuse del deputato in questione e preannunciando una denuncia all’Istituto Nazionale contro la discriminazione, il razzismo e la xenofobia (INADI).
Anche l’Ambasciata d’Italia sta valutando la situazione.
D’altronde i Kirchner hanno sempre manifestato insofferenza, quando non addirittura inimicizia aperta, nei confronti degli italiani in quanto esponenti di una cultura europea d’ostacolo alla sudamericanizzazione dell’Argentina da loro propugnata.
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“Morti di fame” arrivò a definirli la Presidentessa in un discorso nel 2012 (“bajaron hace poco más de 100 años de los barcos muertos de hambre”). L’anno dopo, sollecitata dal dittatore venezuelano Chavez, fece rimuovere il monumento a Cristoforo Colombo che gli immigrati italiani avevano donato alla città di Buenos Aires all’inizio del secolo scorso”.
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