Scontro fra il presidente della Repubblica e la Lega Nord. Giorgio Napolitano oggi si è recato a Napoli – ha scelto un treno Frecciarossa per il suo viaggio ufficiale -, dove si tratterrà per due giorni di incontri, nell’ambito del 150esimo dell’Unità d’Italia. Parlando alla facolta’ di giurisprudenza di Napoli, in merito al tema della secessione, il capo dello Stato ha detto: "Ove dalle chiacchiere, ove dalle grida, ove dalla propaganda, ove dallo sventolio delle bandiere si passasse ad atti preparatori di qualcosa che viene chiamato secessione" allora "tutto cambierebbe". E ancora: "Ho avuto modo di dire che la secessione e’ fuori dalla realta’ e fuori dal mondo d’oggi. Appare grottesco oggi pensare a uno stato Lombardo-Veneto che competa con la Cina, la Russia, gli Stati Uniti. Mi pare che il livello di grottesco sia tale da fare capire che si puo’ strillare in un prato, ma non si puo’ cambiare il corso della Storia". Parole molto dure quelle di Napolitano, che di certo non lasciano spazio ad interpretazioni e che vanno a colpire direttamente la Lega e la sua politica secessionista.
Immediata la replica del ministro leghista Roberto Calderoli: "Napolitano e’ sempre molto saggio, ma fa finta di dimenticare il diritto universalmente riconosciuto alla autodeterminazione dei popoli. I popoli non sono solo quelli che hanno gia’ uno Stato con confini definiti, ma ce ne sono tanti altri che spingono per vedersi riconosciuti i loro diritti. Il presidente poi sa bene che la Lega da oltre 20 anni è garanzia di democrazia".
Ed ecco Roberto Cota, governatore del Piemonte: "Ho il massimo rispetto per il presidente della Repubblica, ma lui sa benissimo che la Lega da oltre 20 anni ha le sue idee".
Si fa sentire anche il capogruppo della Lega Nord al Senato: "Ho letto, come sempre, con attenzione le dichiarazioni del Presidente Napolitano. Ho letto anche, purtroppo, le reazioni dei partiti d’opposizione che, come sempre, non perdono occasione per strumentalizzare e creare ulteriori polemiche. In democrazia ognuno e’ libero di pensarla come crede: questo vale anche per chi al Nord si riconosce nella Padania".
Interviene il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni: "Napolitano merita il nostro rispetto e mantengo fede al mio principio di non commentare le parole del Capo dello Stato, soprattutto quando non le condivido". Reguzzoni però aggiunge: "Anche altri farebbero bene a non parlare a vanvera e mi riferisco a chi, come Bocchino, e’ stato disposto a cambiare casacca pur di frenare il cambiamento e impedire le riforme. Finche’ ci saranno personaggi come lui, la gente continuera’ ad arrabbiarsi. Con il centralismo, per il Sud non ci sara’ mai sviluppo, e il Nord sara’ costretto a pagare i conti".
Ma cos’ha detto Bocchino? Il Vicepresidente di Futuro e Libertà ha commentato le parole di Napolitano, parole "che sono una pietra tombale sulle velleita’ secessioniste della Lega Nord. La padania non esiste e il Nord senza i risparmi e i consumi del Sud non avrebbe i risultati economici che ha".
L’opposizione sta naturalmente dalla parte del capo dello Stato e cavalca la polemica: "Inaccettabili le parole di Calderoli e della Lega nei confronti del presidente della Repubblica. Non c’e’ contraddizione tra la linea che il presidente Napolitano sta seguendo nell’interesse dell’Italia e una presunta saggezza dei popoli che certo oggi non e’ incarnata da Calderoli e dalla Lega". Lo dichiara Enrico Letta, vicesegretario del Partito democratico. "Tutto cio’ – aggiunge – fa parte del costante tentativo di delegittimare le autorita’ terze del sistema, che siano la presidenza della Repubblica o la Banca d’Italia".
L’Udc parla attraverso il suo segretario, Lorenzo Cesa: "Come sempre il nostro Presidente Napolitano riesce meglio di tutti a interpretare il comune sentire degli italiani. Non possiamo che fare tesoro delle sue alte riflessioni e lavorare perche’ cambino le cose, sperando che faccia altrettanto chi si ostina ancora in queste ore a pensare che la crisi del Paese si risolva evocando la Padania e la secessione".
E’ la parola "secessione" che non piace proprio. La Lega se ne farà una ragione, o continuerà a spingere verso la Padania?
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