La strada degli eletti all’estero finora è stata lastricata solo di buoni propositi, finti o effettivi. Tuttavia sono bravissimi a mantenere la poltrona, sostenendo un governo che, come ha sottolineato il presidente del Consiglio, andrà avanti fino a fine legislatura, ovvero fino al 2018. E oltre, visto che Renzi punta al 2023. Succede, però, che questo non è il nostro governo, di noi italiani nel mondo, che continuiamo ad essere bastonati senza pietà dall’attuale esecutivo.
Leggiamo in questi giorni i vari arrampicamenti sugli specchi di qualche eletto oltre confine: prima viene l’Italia, vogliamo ma non possiamo, non è opportuno, c’è la crisi… Insomma, cari elettori, cari italiani nel mondo, non si è potuto e non si poteva chiedere di più.
Così eliminiamo la pretesa della lingua e cultura italiana, quella assurda della rappresentanza, di Consolati e Ambasciate sotto casa. Vada pure tutto in malora. La questione Imu? Smettetela, per carità. E’ già troppo quello che il governo fa per voi italiani all’estero e noi che conosciamo la situazione generale del nostro Paese ve lo possiamo assicurare.
E’ proprio questo il messaggio che sembrano voler lanciare – non con le parole, non con le dichiarazioni, ma con i fatti e i comportamenti messi in atto – alcuni dei parlamentari eletti all’estero: abbiate pazienza, mettevi l’animo in pace, state tranquilli, siate contenti di quello che facciamo e che il governo italiano fa per voi, che dovreste ringraziare per tutto quello che ha fatto finora e per quello che sicuramente prometterà di fare in futuro. Renzi non si dimenticherà di voi, siatene certi. State sereni. Credeteci, noi eletti all’estero, operiamo solo per il bene del nostro Paese.
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