Scuole nuovamente chiuse: il governo si prepara a replicare i bonus babysitter e i congedi parentali, agevolazioni introdotte nella prima ondata Covid. Sono scadute a fine dicembre, ma tra pochi giorni è previsto un decreto retroattivo con il tentativo di renderle più robuste. Gli strumenti saranno disponibili in caso di obbligo di didattica a distanza. Lo smart working (per ora) viene esteso fino al 30 aprile. Positive la reazioni delle parti sociali del settore del lavoro domestico.
“In ogni caso — spiega il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti — le misure dovrebbero essere retroattive: chi sceglierà il congedo potrà recuperare l’indennità dovuta, il bonus babysitter potrà essere utilizzato per pagare le ore già lavorate”. Continua la ministra: “Siamo al lavoro con il Mef e con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il governo è pronto e già in settimana dovremmo avere le prime risposte”.
Le misure riguardano i lavoratori dipendenti, del settore pubblico o privato, che hanno figli minori di 14 anni. Il congedo può essere richiesto da un genitore per volta, e non spetta a chi è in smart working. Per i giorni di congedo l’indennità è pari al 50% dello stipendio. Con i figli al di sopra dei 14 anni, il congedo resta comunque possibile, ma non è retribuito. In alternativa al congedo parentale, torna il bonus babysitter, misura destinata anche ai lavoratori autonomi.
“Il bonus baby sitter e i congedi parentali hanno rappresentato strumenti validi di supporto alle famiglie durante la prima ondata della pandemia. Valutiamo positivamente l’intenzione del governo di replicare queste misure di sostegno in un periodo cosi complicato, come quello che stiamo vivendo, per i lavoratori e per le famiglie”, dichiara Lorenzo Gasparrini, segretario generale di DOMINA.
I dati statistici del 2020 – L’Osservatorio nazionale DOMINA sul lavoro domestico ha raccolto ed elaborato i dati statistici delle misure emanate nei primi mesi dell’emergenza sanitaria e li ha pubblicati all’interno del suo corposo Rapporto annuale 2020. L’importo massimo del bonus babysitter l’anno scorso variava da 1,2mila euro per i lavoratori dipendenti a duemila per quelli del settore sanitario o della pubblica sicurezza. Le domande presentate sono state complessivamente 1,3 milioni. I richiedenti rappresentavano il 45% dei potenziali beneficiari totali (coppie o singoli genitori con figli 0-14 anni con genitori occupati). L’importo complessivo massimo è stato calcolato in 1,7 miliardi di euro (la cifra poteva in realtà essere dimezzata in caso di utilizzo dei congedi parentali), in media 256 euro a bambino. In nove regioni (nel Centro-Nord) la media superava quota 300 euro, con i valori massimi registrati in Umbria (382 euro) e in Veneto (380 euro). Le Regioni del Sud hanno invece beneficiato in misura minore del bonus, con gli importi più bassi in Sicilia e Campania (rispettivamente 120 e 103 euro a bambino). La regione con più richieste è stata la Lombardia (282mila), seguita da Veneto (161mila) e Lazio (132mila).