Secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, quella che sta per concludersi è stata una settimana di partenze per gli studenti torinesi in fuga dalla scuola italiana.
Nella città che è diventata simbolo della protesta anti Dad seguendo l’esempio di Anita, tra i sit-in davanti a scuola e le manifestazioni in piazza Castello, il dato di chi ha deciso di lasciare la scuola in città per affrontare il prossimo semestre all’estero è aumentato esponenzialmente.
Contando solo i dati di YouAbroad, una delle organizzazioni leader nel settore dei viaggi studio, sono quasi 40 gli studenti delle superiori che in provincia di Torino hanno scelto di partire, soprattutto verso Canada e Stati Uniti. Un numero che, in media, supera di quattro volte gli anni precedenti.
Torino non è un caso unico in Italia, con le partenze da tutta la penisola che sfiorano quota 250, ma la fuga – temporanea – di cervelli è un fenomeno scolastico anomalo di questo inizio di 2021: in un settore che di solito organizza la maggioranza delle partenze a settembre, quest’impennata ha cause precise. E, aggiungiamo noi, deve far riflettere.
“A BRESCIA SIAMO CHIUSI IN CASA NOI FINIAMO L’ANNO ALL’ESTERO”
C’è chi la definisce, scrive il Giornale di Brescia, “fuga dalla dad” e chi invece ammette di aver dato forma a un sogno in animo già da tempo. Sta di fatto che, nonostante le difficoltà, le incertezze e le paure del periodo, ci sono studenti bresciani che hanno fatto (o stanno facendo) i bagagli per completare l’anno scolastico (il quarto, delle superiori) dall’ altra parte del mondo. Sara Ferrari è tra questi. Ci risponde da Chilliwack, una città della Columbia Britannica: “Da sempre ho un debole per la lingua inglese – sostiene la 17enne di Brescia che frequenta il liceo linguistico Leonardo ed è partita, alcuni giorni fa, con l’organizzazione internazionale Wep -. Quando ho deciso di fare un’esperienza all’estero per cambiare aria e conoscere persone e culture nuove l’emergenza Covid non era ancora scoppiata. Nonostante in Italia la situazione sia ancora grave sono partita comunque perché almeno qui in Canada posso avere una vita normale. Se fossi rimasta a Brescia sarei stata chiusa in casa davanti a un pc ancora per chissà quanto tempo. Dove mi trovo ora, invece, le scuole sono aperte e bisogna indossare la mascherina soltanto nei corridoi”. Altri tre bresciani sono all’ estero con YouAbroad, operatore italiano specializzato in «high school program» che ha registrato un +200% di partenze invernali in comparazione agli scorsi anni, con un picco su Canada e Stati Uniti, in coda gli altri paesi europei. Uno studente abita a Roè Volciano e frequenta l’ Istituto Medi, uno è di Rovato ed è iscritto al liceo musicale Gambara, l’ altro è di Sarezzo e frequenta il liceo Moretti.