Christian Raimo, scrittore e insegnante, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla riapertura delle scuole ha detto: “Il livello del dibattito sulla scuola è stato pessimo. Le critiche che si possono fare alla ministra Azzolina sono mille, ma il problema è che siamo in una situazione lose-lose. Non è possibile pensare di riaprire la scuola come prima e avere una sicurezza per quanto riguarda la malattia. Quello che sta facendo la Azzolina mi sembra un compromesso al super rialzo. Peraltro tutto questo dovendo navigare a vista, perché l’andamento dell’epidemia non è prevedibile. Abbiamo sentito molto la voce dei genitori, molto meno quella degli insegnanti e zero la voce dei pedagoghi. Abbiamo parlato di plexiglass e banchi monoposto, così come negli anni precedenti si è parlato del grembiulino o del tablet. Non sono questi i temi fondamentali. Se devo dimezzare la presenza in classe, devo capire che tipo di lavoro educativo posso fare avendo metà persone in aula e l’altra metà a casa. Non è una questione tecnica, è una questione educativa”.
Sulla riapertura delle biblioteche. “Sto svolgendo un dottorato di ricerca alla Sapienza, durante il lockdown è emersa l’emergenza di non poter accedere agli archivi –ha affermato Raimo-. Avere due ore su prenotazione in alcune biblioteche è possibile, ma se devo fare una ricerca ho bisogno di consultare più libri nello stesso giorno e alcuni libri stanno solo in alcune biblioteche. Alcuni miei colleghi stanno comprando i libri per poterli consultare, altri si affidano a fonti para-illegali. In questo momento è come se tutta la ricerca in Italia fosse bloccata. Abbiamo capito proprio in questi mesi quanto la ricerca si fondamentale. Tutti gli esperti che vengono interpellati oggi, come sono riusciti a diventare così esperti? Studiando, facendo ricerca. C’è anche un problema degli studenti che devono preparare gli esami e non hanno spazi, a Roma in tanti utilizzavano le biblioteche”.