Sulla scuola, la #voltabuona potrebbe non essere questa. O potrebbe essere perlomeno slittare di un anno. Questo perché, spiega il premier Matteo Renzi su Facebook, nonostante il disegna di legge sulla Buona Scuola preveda "centomila professori in più, una diversa organizzazione basata sull’autonomia, più soldi per la formazione e finalmente il merito nella valutazione" e nonostante "per la prima volta un Governo mette più soldi (tanti) sulla scuola perché per noi è strategico, in molti hanno contestato questo provvedimento chiedendone il ritiro e dicendo che avrebbe distrutto la scuola pubblica. Al Senato di conseguenza il provvedimento è bloccato da migliaia di emendamenti che cercano di stopparne l’approvazione".
Così Renzi prova il tutto per tutto: "Discutiamo, facciamo modifiche, ma poi votiamo. Altrimenti saltano gli investimenti". Prova il tutto per tutto, ma questa volta rischia, perché in Commissione Istruzione a Palazzo Madama i numeri non sono più quelli confortanti di una volta.
Nessuno, tra le opposizioni, ha accettato di ritirare i propri emendamenti. Che rimangono 2150, più 500 emendamenti e 94 ordini del giorno: il Movimento 5 Stelle ne ha presentati 620, Sel 529, il Pd 334, Gal 198, Forza Italia 183, Area Popolare 152, Lega 110: un numero altissimo, che ha spinto i relatori di maggioranza, Conte-Puglisi, a rinviare all’inizio della prossima settimana la discussione così da avere un po’ di tempo per esaminarli tutti.
Non solo: i gruppi di minoranza hanno anche chiesto di stralciare la parte della riforma relativa al piano assunzioni e proseguire nell’esame del provvedimento, proprio, come spiegato dal capogruppo leghista Gian Marco Centinaio, di "non dare alibi" al governo. Un braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, che si è concluso con un rinvio alla prossima settimana del ddl ‘buona scuola’, è ciò che si è verificato nell’ufficio di presidenza straordinario convocato su richiesta di M5s, Sel, Lega e Fi per fare chiarezza sui tempi del disegno di legge per il quale il premier Matteo Renzi ha pronosticato una sospensione fino a luglio.
Durante la riunione dell’ufficio di presidenza, i relatori Franco Conte (Ap) e Francesca Puglisi (Pd) hanno chiesto una pausa di due giorni (giovedì e venerdì) per cercare di scremare gli emendamenti dei gruppi che sostengono il governo. Le opposizioni hanno invece assunto la posizione che non ci siano interruzioni e chiesto di confermare il calendario che, per questa settimana, prevede sedute stasera alle 20.30, domani e venerdì. La Lega, con il capogruppo Gian Marco Centinaio ha anche proposto una commissione a oltranza con votazioni h 24 per "non dare alibi a Renzi".
Ma intanto anche l’aula di Palazzo Madama è stata già teatro di scontro sulla vicenda, con Loredana De Petris che ha denunciato "il cinismo di Renzi che cerca di scaricare sulle opposizioni la responsabilità della mancata assunzione degli insegnanti precari", Michela Montevecchi (M5S) che ha respinto le accuse del premier, "che utilizza strumentalmente il tema delle assunzioni per far passare una riforma inaccettabile" e la Lega che ha sfidato il Governo a porre la questione di fiducia sul ddl, che invece Forza Italia e Gal hanno invitato a ritirare.
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