E’ stata scoperta una ‘fabbrica’ di comete a 390 anni luce dalla Terra. Si trova all’interno di una ‘trappola di polveri’ intorno a una giovane stella, dove le particelle possono collidere e accrescere fino a formare comete ma lo stesso meccanismo puo’ generare anche pianeti. Annunciata sulla rivista Science, la scoperta si deve a un gruppo coordinato da Nienke van der Marel, dell’universita’ di Leiden, nei Paesi Bassi. Il risultato e’ stato possibile grazie al telescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), al quale l’Italia partecipa attraverso l’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) e con la Thales Alenia Space, che ha realizzato parti delle antenne. Grazie al telescopio situato a 5.000 metri di latezza sulle Ande cilene, i ricercatori hanno scoperto nelle regioni piu’ esterne della stella Oph IRS 48, nella costellazione dell’Ofiuco, una struttura a forma di mezzaluna, che funziona come una ‘trappola di polveri’. Si tratta di un bozzolo protettivo dove si sono rifugiati i granelli di polveri piu’ grandi, residuo della nube da cui e’ nata la stella.
‘E’ stata una sorpresa per noi vedere nelle immagini una struttura di quella forma perche’ ci aspettavamo di vedere un anello’ rileva van der Marel. ‘Ma il segnale forte e la nitidezza delle osservazioni di Alma – aggiunge – non hanno lasciato dubbi e ci siamo resi conto che avevamo trovato una ‘trappola di polveri’ come quella ipotizzata dai teorici’. Anche se sappiamo che l’universo e’ pieno di pianeti (nella Via Lattea ne sono stati scoperti finora circa un migliaio), non si riesce ancora a comprendere bene come si formano. Si sa che nascono dalle collisioni fra i granelli di polvere che circondano le stelle neonate. Ma se si simula al computer il processo c’e’ qualcosa che non va: arrivati a una certa grandezza i pezzi di roccia nati dalle collisioni, scontrandosi a forti velocita’ fra loro, vanno in mille pezzi e si torna al punto di partenza. Oppure i ‘sassi cosmici’ si dirigono verso l’interno, ‘affogando’ nella stella madre. Se tutto cio’ non accade vuol dire che attorno alla stella si forma una sorta di ‘porto sicuro’ dove i grani di polvere possono crescere fino a quando diventano grandi e solidi abbastanza da poter sopravvivere da soli. Ed e’ proprio questo ‘porto sicuro’ che e’ stato osservato da Alma. ‘E’ probabile – osserva van der Marel – che ci troviamo di fronte a una sorta di ‘fabbrica’ di comete, a quella distanza dalla stella e’ infatti improbabile che si formino pianeti’. Ma trappole di polvere piu’ vicine alle loro stelle madri, dove gli stessi meccanismi sono al lavoro, sottolinea van der Marel, sono delle culle di pianeti.
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