Complesse, non brevi, a largo raggio: cosi’ si prospettano le inchieste della Procura di Ascoli Piceno e dell’Aeronautica Militare per chiarire la dinamica e le responsabilita’ della collisione in volo tra i due Tornado, avvenuta due giorni fa, che ha provocato la morte di due piloti e due navigatori. Ma con una speranza: sapere con ragionevole precisione quel che e’ accaduto.
Le indagini inevitabilmente avranno dei punti di contatto anche con quella, la terza, condotta dalla procura militare di Verona, ma gli ambiti restano differenti: i magistrati di Ascoli Piceno procedono per il reato di disastro colposo, i pm militari per distruzione di beni militari, reato previsto dal codice penale militare. Non e’ escluso che, in fase di ricerca delle prove, possano esservi riunioni di coordinamento tra la Procura ordinaria e quella militare, con il coinvolgimento della stessa Aeronautica. Obiettivo degli inquirenti e’ l’acquisizione di evidenze certe, le uniche in grado di superare le mere supposizioni di questi giorni. E’ per questo – secondo quanto si e’ appreso – che sono stati acquisiti i tracciati radar per le studio delle traiettorie dei due aerei, dal decollo fino al momento dell’impatto. In linea generale, i Tornado, cosi’ come gli altri velivoli militari, nelle loro missioni, rispettano le quote di sicurezza ed effettuano tragitti per evitare il sorvolo di centri altamente popolati, mentre l’addestramento per i voli a bassissima quota avviene in poligoni all’estero.
Dovra’ essere verificato che le quote di sicurezza siano state rispettate anche dai piloti dei due Tornado, come – ad una prima evidenza – lascerebbero ipotizzare le immagini scattate subito dopo la collisione e l’esplosione. Altri elementi essenziali per l’inchiesta sono i dati che arriveranno dai registratori di volo (uno e’ stato recuperato oggi): se potranno essere letti, daranno notizie preziose sia riguardo ai parametri di quota, sia ai colloqui tra piloti e navigatori nelle cabine dei due Tornado. Inoltre, sara’ importante il recupero di tutti i rottami dei relitti: alcuni potrebbero portare impresse alcune "impronte" decisive per individuare il punto della collisione. Inoltre, sara’ importante per gli inquirenti conoscere i particolari della missione nella quale erano impegnati i due Tornado.
Decollati a distanza di cinque minuti l’uno dall’altro dalla base di Ghedi, i due potrebbero essersi ricongiunti subito dopo e aver volato in formazione per un addestramento nel quale si davano reciproca copertura; oppure potrebbero aver puntato separatamente in direzione di obiettivi diversi, per poi ricongiungersi e rientrare a Ghedi in formazione. Se l’ipotesi del fattore umano e’ quella al momento prevalente, non si puo’ tuttavia escludere quella di un problema tecnico ad uno dei due velivoli. E vi e’ una terza ipotesi che pure dovra’ essere valutata dagli inquirenti: e’ quella della tragica fatalita’.
Se i due aerei si fossero allontanati per poi tornare in formazione, i piloti potrebbero aver programmato uno stesso punto di virata nel quale i due velivoli potrebbero essere giunti nello stesso istante, fatalita’ che potrebbe aver reso inevitabile la collisione. Ma anche il questo caso – viene fatto osservato – il fattore umano avrebbe avuto Le emergenze tecniche saranno poi integrate con le risultanze delle testimonianze raccolte dagli investigatori, che saranno valutate con prudenza e confrontate con evidenze certe. Ed e’ da questo complesso puzzle che gli inquirenti sperano di poter avere certezze sulle cause di quel che e’ accaduto due giorni fa nei cieli delle Marche.
Discussione su questo articolo