Niente Bolognina per Matteo Renzi. A vietare la sede della storica ‘svolta’ di Achille Occhetto, che li’ archivio’ il Pci, non e’ Nichi Vendola, per il quale il sindaco ‘rottamatore’ e’ poco di sinistra, ma la Curia bolognese che nega lo spazio per eventi di partito. Luoghi simbolo a parte, a quattro giorni dalle primarie, e’ il grado di valori di sinistra a dividere Vendola e Renzi. A mettere la sinistra, o meglio il centrosinistra, al governo pensa, invece, Pier Luigi Bersani, che consiglia al premier Mario Monti di ‘restare fuori dalla mischia’, di non candidarsi come bandiera di parte di partiti vecchi o nuovi.
Con un occhio ai sondaggi e uno alle piazze delle manifestazioni, i 5 candidati macinano le ultime tappe elettorali. Tutti sono convinti del successo delle primarie ma sui numeri l’asticella per gridare al trionfo cambia parecchio.
‘Le code ci sono perche’ la gente viene a iscriversi, fino a domenica – e’ la previsione di Bersani – avremo almeno un milione di registrazioni’. Ma se 2 milioni di elettori basterebbero al leader Pd, per i renziani, convinti di vincere solo se domenica sara’ un bagno di folla, ‘due milioni di elettori – accusa Lino Paganelli – vanno bene per Bersani ma fanno male al Pd. L’obiettivo e’ 4 milioni’.
Numeri a parte, la sfida oggi e’ sul tasso di sinistra degli aspiranti premier, con scambio di battute che ricordano la canzone ‘Destra Sinistra’ di Gaber. Il leader di Sel liquida il sindaco di Firenze come un ‘battutista’ ma ‘non bastano i giochini di parole: sinistra vuol dire testimoniare valori che hanno a che fare con la possibilita’ di dare la voce agli ultimi’. E il sindaco di Firenze finisce appaiato a Bruno Tabacci per il presidente della Toscana Enrico Rossi: ‘Colpisce che Renzi usi spesso la parola ‘sinistra’, e con una certa disinvoltura, considerando il pulpito da cui proviene. Colpisce anche che, lui e Tabacci, in molte dichiarazioni facciano a gara nel definire le loro idee piu’ di sinistra di quelle di altri’.
Accuse che non vanno affatto giu’ a Matteo Renzi. ‘Non dimentichiamo che Nichi Vendola e’ uno di quelli che ha mandato a casa il governo Prodi nel ’98: chi e’ piu’ di sinistra, chi manda a casa il governo Prodi o chi lavora per l’Ulivo?’. E per dimostrare la sua ‘nuova idea di sinistra’ il sindaco di Firenze voleva parlare domani al Cinema Galliera della Bolognina, teatro della svolta dell’89 di Occhetto. Ma i salesiani, proprietari dei locali, hanno detto no perche’ gli spazi non possono essere utilizzati per incontri politici.
Nessun test sul grado di sinistra, invece, per Bersani che in realta’ sembra gia’ proiettato sul dopo primarie. E sulla vera battaglia che saranno le elezioni politiche. Battaglia che si annuncia tutt’altro che scontata tra mine della nuova legge elettorale, pressioni internazionali per il Monti bis e paladini politici del Professore, da Casini a Montezemolo. Al premier il segretario Pd consiglia di non candidarsi, ricorda a tutti, in Italia e fuori, che ‘noi siamo quelli di Ciampi e Padoa Schioppa’ ma soprattutto che nelle democrazie ‘la gente chiede che si esprima una maggioranza politica che affronti i problemi che abbiamo davanti’. E sui cittadini, piu’ che sulle diplomazie e sui poteri forti, sembra puntare Bersani: ‘Con la gente decideremo i temi ed il taglio della campagna elettorale, e’ la gente che capisce dove bisogna andare, non gli spin doctor’.
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