Il professor Giovanni Meola è il responsabile dell’U.O. di Neurologia, del Centro per le Malattie Neuromuscolari e del Centro Sclerosi Multipla all’IRCCS Policlinico San Donato. Spiega che la sclerosi multipla “è una malattia neurologica molto frequente e demielinizzante, cioè che interessa la mielina, quella guaina che ricopre i vari filamenti situati all’interno del sistema nervoso centrale. Si stima che in Italia vi siano circa 60mila malati, di cui circa 10mila in Lombardia”.
“È una malattia che si manifesta con diversi sintomi – aggiunge Meola -: motori, sensitivi e con sintomi che dipendono dai diversi nervi cranici come, ad esempio, la diplopia (cioè la tendenza a vedere doppio), la disfagia (cioè la difficoltà nella deglutizione) e la disartria (cioè la difficoltà ad articolare le parole)”. È una malattia – continua l’esperto- che va diagnosticata il prima possibile e, per poter effettuare una corretta diagnosi, abbiamo a disposizione diversi esami a differente grado di invasività”.
“L’esame principale, più importante, è la Risonanza magnetica che deve interessare l’encefalo e il midollo spinale, e viene effettuata sia in condizioni basali sia dopo mezzo di contrasto. È molto importante perché ci permette in primo luogo di evidenziare delle lesioni specifiche, localizzate intorno ai ventricoli, e uno stato di malattia; con la Rm si può anche evidenziare se la patologia è in fase attiva perché, se così fosse, si dovrebbe cominciare l’assunzione dei boli di cortisone ad ampio dosaggio. Il secondo esame è rappresentato dalla rachicentesi ed è più invasivo rispetto alla Rm non tanto per l’esecuzione quanto per il fatto che possa dare effetti collaterali come mal di testa, nausea o vomito”.
“Questa pratica – conclude il prof. Meola – è fondamentale perché ci consente di evidenziare nel liquor le cosiddette bande oligoclonali, cioè quegli anticorpi sintetizzati a livello interno del sistema nervoso centrale verso i componenti della mielina”.
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