“La Festa della Repubblica è una delle tre feste nazionali non comandate, rappresenta un appuntamento straordinario per il nostro Paese, che dal 1946 si è dato una forma di organizzazione statuale e oggi, a 75 anni di distanza, esprime forti potenzialità, riconferma i principi fondativi che danno senso e valore alla libertà, alla democrazia e all’unità nazionale desiderata e realizzata dalle passate generazioni: questo riconoscimento è vissuto ed è interpretato oggi dagli italiani che vivono all’estero alla stregua dei connazionali che vivono in Italia. In Argentina ad esempio il 3 giugno è un appuntamento con la vita della comunità italiana e loro stessi, festeggiano la giornata degli italiani”. Sono parole pronunciate dal Segretario del Consiglio Generale degli italiani all’estero, Michele Schiavone, a colloquio con Askanews.
Come anticipato su ItaliaChiamaItalia, Il CGIE ha organizzato un’iniziativa speciale per celebrare la festa della Repubblica, che si terrà il 2 giugno alle ore 17.00 e sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook del Consiglio generale. “Per noi la Repubblica – sottolinea Schiavone – rappresenta un senso di appartenenza ad un Paese libero e democratico, che dopo la fine della Seconda guerra mondiale ha fatto dei progressi enormi diventando una delle più in vista potenze statuali del mondo occidentale. In questa occasione gli italiani che vivono in Italia e nel mondo si
trovano a condividere e a valorizzare un’appartenenza non solo identitaria, ma anche valori civili e culturali, che sono espressione di un Paese moderno fra i più progrediti al mondo – tant’è che quest’anno, per queste ragioni, l’Italia organizzerà il G20, che vuole essere una manifestazione e un riconoscimento che va al di là dell’essenza simbolica della festa. Ricordare la Repubblica è di per sé doveroso per rendersi conto del cammino compiuto dal nostro paese e la sua civilizzazione progredita attraversi i diritti, ma è un appuntamento che si rinnova attraverso il quale gli italiani in Italia e gli italiani all’estero riescono a sentirsi italiani e con loro i nuovi italiani e gli italici, gente di altri Paesi che attraverso gli accostamenti alla nostra italianità, le vicinanze e la vita con gli italiani si sentono e si comportano da italiani. Per cui, nella festività, nella celebrazione quale può essere quella del 75mo anniversario noi vediamo le potenzialità, il senso di una comunità che interpreta i valori di una modernità competitiva, delle tutele di garanzia e dei diritti, nonché di prospettive che rappresenta l’Italia moderna”.
Per Schiavone “la questione della rappresentanza” degli italiani nel mondo “è cruciale nel lavoro che il nostro governo, il Parlamento, le istituzioni in generale devono compiere, perché è attraverso una partecipazione diretta, attiva e passiva alle sorti del Paese che un cittadino si sente tale e coinvolto nella costruzione del suo futuro e di quello della nazione.
Oggi l’Italia ha bisogno di rigenerarsi e soprattutto di ricostruire il suo assetto rappresentativo; con la nuova interpretazione del ruolo istituzionale e il senso di responsabilità assunto in questi ultimi mesi dal nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, ci aspettiamo delle riforme profonde di semplificazione e di ammodernamento del Paese non solo sotto l’aspetto economico e organizzativo, ma proprio in termini di riforme incisive e di avanzamenti dei diritti civili e sociali, per rilanciare il Paese e per creare nuove opportunità occupazionali e nuovi equilibri tra le diverse aree del paese e i settori che lo compongono, soprattutto l’affermazione dell’uguaglianza fra i cittadini per ridurre la forbici del benessere tra ricchi e poveri, che genera disuguaglianze è favorisce l’incessante esodo migratorio di molti connazionali costretti a cercare fortuna altrove.
Sarebbe utile che gli italiani sfruttassero l’occasione data dall’attuale governo di quasi unità nazionale per ripatire davvero, non solo per ricostruire il Paese ma anche per disegnarlo in una maniera diversa, adeguarlo alle esigenze e alle necessità del nostro tempo con significativi elementi di solidarietà, di attenzione all’ambiente e alla sostenibilità da mettere al centro delle future politiche. L’Italia è, ed e sempre stata, un grande Paese ma sarebbe oramai giunta l’ora di farla diventare un Paese grande qual è e che vorremmo fosse”.
Circa le prossime iniziative del CGIE: “Quest’anno abbiamo in programma l’organizzazione dell’Assemblea plenaria della IV Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE che non si svolge da oltre 10 anni e quest’occasione servirà appunto al governo, alle regioni, alle province autonome e alle comunità degli italiani all’estero per definire e intrecciare un programma di lavoro comune per indicare le prospettive politiche programmatiche a breve e medio termine. A questo appuntamento, ripeto, il CGIE ha lavorato tantissimo e lo ha preparato per bene, è stato rinviato solo a causa della pandemia; ora che ci sono le condizioni per poter ritornare ad organizzare convegni e conferenze in presenza, ovviamente, si aprono le porte per convocare la conferenza e assumere impegni per la svolta delle comunità degli italiani all’estero, che guarda caso oggi coincidono anche con la ripartenza dell’Italia. Alla resilienza per la ripresa nazionale partecipano anche gli italiani all’estero, da loro arrivano aiuti e assist utili alla modernizzazione e allo sviluppo del Paese, occorrerà tenerne conto integrando le nostre realtà nei programmi governativi. In questo contesto, credo che la conferenza dovrà far interagire i suoi componenti con il lavoro che il Parlamento dovrà compiere fino al termine della legislatura. Il Consiglio generale degli italiani all’estero ad ogni modo è impegnato quotidianamente – e lo abbiamo dimostrato senza ombra di dubbio negli ultimi 15 mesi – nel creare condizioni favorevoli alle nostre comunità, sostenendo sussidiariamente e agevolando i servizi della rete diplomatica e consolare, favorendo l’erogazione di servizi e tutele ai bisogni, di coloro che in realtà cercano le istituzioni e non sempre riescono ad intercettarle presso le sedi indicate”.
A proposito di elezioni Comites, previste per dicembre: “La partecipazione e il voto sono lo strumento che determina gli equilibri, porta a realizzare progetti di società e di indirizzo nella scelta delle classi dirigenti, offre la possibilità non solo di coinvolgere nuove energie ma soprattutto di dare agli organismi rappresentativi prospettive nuove, credibilità e autorevolezza, nonché energie fresche per poterli affermare. Con la rappresentanza consolidiamo le istituzioni dello Stato anche all’estero e perciò è urgente riformare e adeguare le leggi dei Comites, del CGIE e la legge elettorale per eleggere i parlamentari della circoscrizione estero. Oramai è risaputo che il CGIE da tempo ha consegnato alle Camere due articolati di legge miranti a rafforzare le rappresentanze dei Comites e dello stesso CGIE; questi servono a maggior ragione perché dalla prossima legislatura il numero dei parlamentari della circoscrizione estero sarà ridotto da 18 a 12. I numeri sono importanti quanto significativi, sono la forza quantitativa e qualitativa che determinano. Gli italiani all’estero meritano maggior rispetto e uguali diritti ai connazionali residenti in Italia, proprio oggi che il loro numero è aumentato a 6,3 milioni di iscritti all’AIRE bisognerà avanzare con le riforme”.