Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE, a proposito dell’audizione di ieri alla Commissione Affari Costituzionali della Camera degli esperti Valerio Onida e Giampiero di Plinio, su Facebook scrive: “E’ sconcertante assistere alle ‘dissertazioni’ dei soliti dotti e sapienti, professori di diritto, irriducibili portatori di verità, ‘influencer’ della dottrina costituzionale, epigoni dell’insegnamento costituzionale di Cesare Beccaria, adulati e riveriti nelle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama. Questo è il sentimento che scaturisce dagli argomenti esposti a senso unico da chi, durante le audizioni parlamentari, continua ostinatamente a voler abrogare, o come nella fattispecie a ridurre inesorabilmente il numero dei 18 parlamentari eletti nella circoscrizione estero”.
Schiavone prosegue: “Ci chiediamo come sia possibile mettere in discussione una norma costituzionale a meno di una ventina d’anni dalla sua promulgazione che, a sua volta, sanava un vulnus legislativo durato oltre 50 anni. E’ così difficile riconoscere ancora oggi ai cittadini italiani all’estero i diritti civili e politici per assicurare una rappresentanza adeguata ed equa nel nostro Paese?”.
“La presenza dei parlamentari italiani eletti nella circoscrizione estero riflette una forma evoluta dell’estensione dei diritti a cittadini in mobilità, quantificati per difetto a sei milioni, che con l’Italia hanno e mantengono un legame concreto e duraturo. E’ auspicabile che su questo provvedimento, anche nell’iter preparatorio al dibattito nella Camera dei deputati, i ragionamenti siano concreti e non ideologici, come purtroppo è già avvenuto nel passaggio precedente al Senato, e che non si giunga ad un voto di fiducia”.
Per Schiavone “la riduzione del numero di rappresentanti della circoscrizione estero nelle due aule parlamentari italiane rischia di creare una frattura insanabile tra due mondi idealmente equidistanti: italiani in patria e italiani fuori d’Italia. Il grande esodo di massa dall’Italia, al quale assistiamo dall’inizio del millennio, dovrebbe spingere i nostri governanti – conclude il Segretario Generale del CGIE – a creare nuovi istituti di partecipazione e di rappresentanza politica idonei alla mobilità circolare per rafforzare la loro presenza nelle istituzioni nazionali”.