Michele Schiavone, segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero, alla plenaria del Cgie, tenutasi in videoconferenza, ha detto: “Il referendum ha mostrato i limiti della partecipazione elettorale” all’estero: “la limitazione dell’informazione ha tenuto lontano dalle urne 3 milioni di connazionali”.
“Già tra i punti programmatici del primo governo Conte – ha proseguito – c’era l’impegno nel riformare il voto all’estero e per quest’anno sono state allocate risorse per sperimentare il voto elettronico. E’ necessario avviare questo percorso e coinvolgere il Cgie nelle futura legge elettorale. Dopo 16 anni dalla prima votazione, i tempi sono maturi per dare autonomia alle comunità e consolidare la rappresentanza pensando anche a un ministro degli italiani all’estero”.
“Chiediamo di prestare attenzione e valorizzare con atti concreti il ruolo delle comunità italiane all’estero. In questi mesi non è stato così: è stato presentato il patto per l’export e il rilancio del mondo della scuola e del turismo e gli italiani all’estero non sono stati coinvolti”.
Schiavone si rivolge dunque al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che è anche il presidente del Cgie, e denuncia uno scarso coinvolgimento delle comunità all’estero: “Gli italiani all’estero sono stati dimenticati – sottolinea – ed è stata alimentata una narrazione tendente all’esclusione. Nella resilienza del Paese, gli italiani all’estero sono un ‘soggetto’ sconosciuto, considerato al margine delle politiche nazionali. Ci chiediamo quale sarà il futuro delle nostre comunità”.