Claudio Scajola è stato eletto sindaco di Imperia, una città che lo ha scelto per la terza volta e lo ha preferito al candidato della coalizione di centrodestra Luca Lanteri.
“Abbiamo vinto la partita soli, contro il resto del mondo”, ha detto l’ex ministro. “Ma la verita’ e’ che non eravamo soli, avevamo delle bellissime facce: giovani, meno giovani, donne e uomini che hanno parlato di problemi concreti. E la gente ha apprezzato questo e ci ha premiato contro accrocchi logori”.
Un nome, quello di Claudio Scajola, che aveva sparigliato le carte in area centrodestra: lui, ex ministro del governo Berlusconi, Lanteri invece espressione della coalizione che guida Regione, Genova, Savona, La Spezia e che porta l’imprinting del cosiddetto “modello Toti”.
“Qui abbiamo fatto e dimostrato che la gente si puo’ avvicinare ancora alla politica su posizioni di equilibrio, di buon senso e moderazione. Senza urla e demagogia. Spero si possa fare anche da altre parti”.
“La mia non era una candidatura di centrodestra ma trasversale, di comunita’, di gente di Imperia stufa di intromissioni”, precisa l’ex ministro che non lesina critiche al governatore Giovanni Toti e al “suo” modello di centrodestra unito.
Se quella che appoggiava Lanteri, dice Scajola, “era un’alleanza di centrodestra, il modello l’aveva fatto Berlusconi. Quel modello ha portato in Liguria alla distruzione del centro e alla crescita esponenziale della Lega, quindi non funziona”. E su Lanteri, aggiunge: “Non so di che centrodestra fosse, è stato candidato con il Pd due anni fa, è stato uno dei fondatori dei circoli di Renzi a Imperia. Mi sembrava che fosse un accrocchio, non una candidatura di centrodestra”.
Per quanto riguarda il suo programma, conclude l’ex ministro, bisogna “incominciare a far funzionare le piccole cose: abbiamo bisogno di manutenere una citta’ che sia dignitosa e possa accogliere i nostri turisti. Dobbiamo ridare l’orgoglio agli imperiesi”.