L’Italia riapre i cantieri. E’ questo l’obiettivo dello Sblocca-Italia, il prossimo provvedimento a cui il governo sta lavorando per far ripartire grandi opere ed investimenti, considerati motore di crescita e occupazione. Entro luglio, con il lavoro congiunto del ministero delle Infrastrutture, dell’Ambiente, in alcuni casi dell’Istruzione e di Palazzo Chigi, arrivera’ dunque il nuovo decreto che conterra’ la lista delle opere giudicate prioritarie e soprattutto "immediatamente cantierabili".
La rapidita’ degli interventi e’ ritenuta infatti il requisito essenziale perche’ vengano destinate le risorse disponibili, in tutto 1 miliardo e 9 milioni di euro.
Matteo Renzi ha gia’ fatto partire l’operazione chiedendo il contributo dei sindaci. Ai Comuni spetta infatti il compito di redigere una lista di infrastrutture giudicate importanti, se non addirittura imprescindibili, per il territorio ma bloccate da lungaggini burocratiche, veti o complessi ingranaggi procedurali. Molte amministrazioni hanno gia’ inviato nei giorni scorsi la loro lettera di risposta a quella scritta direttamente dal premier, parlando per esempio della Metro C a Roma, del Teatro Margherita a Bari, della metanizzazione dei quartieri di Catania est. Ma ai desiderata dei sindaci si aggiungono le infrastrutture indicate per legge nel 2013 nel decreto del Fare del governo Letta. In quel testo sono segnalate la copertura del passante ferroviario di Torino, il potenziamento della ferrovia Novara-Malpensa (ancora in gran parte a binario unico), la rimozione dei passaggi a livello sull’Adriatica nel tratto Foggia-Lecce e la terza corsia autostradale in Friuli.
A disposizione del ministero delle Infrastrutture c’e’ circa un miliardo di euro del "fondo revoche", ovvero del contenitore predisposto nello stesso dl Fare e dove confluiscono le risorse destinate ad opere gia’ censite ma che non si realizzeranno piu’. Per il dicastero le opere prioritarie da finanziare con quelle disponibilita’ economiche sono la Metro 1 di Napoli, l’autostrada Termoli-San Vittore e la Lecco-Bergamo. Ma non e’ escluso, secondo il viceministro Riccardo Nencini, che ci sia posto anche per la Tirrenica. Capitoli a parte ma ancora piu’ urgenti sono poi quelli dell’alta velocita’ ferroviaria Napoli-Bari e Brescia-Padova. In entrambi i casi risorse apposite gia’ ci sono, perche’ stanziate – almeno per l’avvio dei lavori – dalla legge di stabilita’ 2014.
Per la tratta del Sud, il cui costo totale supera i 6,1 miliardi di euro, sono gia’ finanziati 4,1 miliardi. L’opera ha gia’ avuto il via libera del Cipe e quello che manca al momento sono i permessi di Beni Culturali e Ambiente. Di questo passo la posa della prima pietra non avverrebbe prima del gennaio 2018, ma il governo punta ad accelerare e a dimezzare i tempi, sbloccando le procedure ed avviando con assoluta priorita’ i primi due lotti, con un costo di circa 1,5 miliardi. Allo stesso modo per la Brescia-Padova e’ l’attraversamento di Vicenza che non ha ancora trovato soluzione. Le riunioni si susseguono ed entro la settimana dovrebbe essere presentato un nuovo progetto.
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