Ha iniziato con il volto molto teso di chi sa di dover affrontare una prova durissima che mette in gioco il suo futuro. Ha concluso ribattendo colpo su colpo alle contestazioni dei pubblici ministeri, dopo aver avuto lungo il percorso un paio di defaillance. La prima dopo tre ore e mezza di interrogatorio, quando e’ scoppiata in lacrime. ‘Non ho fatto nulla, non c’entro nulla. Mi sono fatta due anni di carcere da innocente’ ha detto con lo sguardo rivolto ai magistrati, togliendosi gli occhiali neri da vista indossati fino a quel momento. La seconda piu’ tardi, sempre piangendo durante una contestazione del pm. ‘So io come stavo, sapendo che mio padre era un assassino. Se avessi fatto qualcosa lo avrei gia’ detto, non riuscirei a sopportare questo peso, lo volete capire? Non ho fatto niente’.
Sabrina Misseri ha scelto la strada di difendersi a viso aperto in aula dalla terribile accusa di aver ucciso la cuginetta quindicenne Sarah Scazzi, il 26 agosto di due anni fa. Scelta processuale opposta a quella della madre, Cosima Serrano, anche lei accusata del delitto ma che nello stesso giorno ha deciso di non rispondere alle domande dei magistrati. Sabrina invece, in sei ore di esame (proseguira’ nella prossima udienza del 26 novembre), ha difeso il suo rapporto con Sarah disegnandolo in chiave ben diversa da quello che emergerebbe da alcuni atti d’inchiesta. ‘Reputavo Sarah una sorella minore, non una cugina. Qualche rimprovero si’, ma non litigi’. Una Sarah che appare anche sotto un’altra angolatura. ‘Si faceva dei complessi sul suo fisico, tipo le orecchie a sventola o la dentatura imperfetta. Glielo dicevano anche sua madre e gli amici di scuola’.
Poi Sabrina ha respinto l’idea di Ivano Russo come ‘ossessione’ amorosa, che per l’accusa avrebbe generato il movente del delitto perche’ anche Sarah si era invaghita del giovane. ‘Ivano mi piaceva, c’era anche attrazione fisica ma non ero innamorata di lui’, ha detto, ammettendo poi di aver avuto comunque un rapporto sessuale, pur non completo. Quindi le fasi che portano al momento della scomparsa e dell’uccisione della ragazzina di Avetrana. La sera prima, 25 agosto, ‘in birreria non ho litigato con Sarah, puo’ darsi al massimo che le abbia fatto un rimprovero’. E quella frase ‘si vende per due coccole’ Sabrina ha raccontato che se la dicevano spesso lei e Sarah, come se fosse di circostanza. Restano differenze sostanziali tra le sue dichiarazioni e quelle di alcuni testimoni-chiave, come Mariangela Spagnoletti, Anna Pisano’, Stefania De Luca. ‘Io dico quello che ricordo, loro possono dire quello che vogliono’ ha ripetuto Sabrina in piu’ di una occasione quando i pm le facevano notare quelle differenze. Non combaciano, le parole di Sabrina, neppure con quelle della mamma di Sarah, Concetta Serrano. ‘Non ho mai prelevato i diari di Sarah da casa di mia zia per portarli a casa mia’ ha detto oggi in aula l’imputata. ‘Sbagliammo, lo ammetto, a non portare il diario segreto con lucchetto ai carabinieri, fu una decisione di comune accordo con i miei zii, non mia. Secondo noi quel diario non c’entrava nulla con la scomparsa di Sarah’. Ma nello stesso tempo Sabrina ha quasi difeso quel gesto quando le e’ stato ricordato un sms ad Ivano che piu’ o meno recitava cosi’: ‘meno male che non l’abbiamo portato ai carabinieri, senno’ saresti stato il primo sospettato’. Concetta pero’ ha testimoniato a suo tempo che, anche su indicazione di Sabrina perche’ di lei si fidava, affido’ proprio alla nipote i diari di Sarah. ‘Sabrina dira’ la sua verita’, ma come faccio a crederle? Ci sono tanti indizi’ aveva detto prima di entrare in aula mamma Concetta. Se quella raccontata oggi e che Sabrina raccontera’ tra sei giorni sia la ‘sua verita”, o la verita’ dei fatti, lo stabilira’ la Corte d’Assise. Ma non e’ detto che tutti i dubbi verranno comunque sciolti.
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