Un impianto di raffinazione del petrolio in Arabia Saudita è stato attaccato e l’Iran ne risulta responsabile. Questo avrà delle pesanti ripercussioni. Basti pensare al costo della benzina, che qui in Italia è già un problema per le accise, come all’aumento delle bollette dell’energia elettrica. Ma qui vi è qualcosa di più pericoloso. Gli Stati Uniti d’America sono pronti a reagire e l’Iran minaccia a sua volta atti militari. Sembra che stia soffiando un vento di guerra.
Appare chiaro che l’Iran degli ayatollah abbia il piano di espandere la sua influenza in Medio Oriente, attraverso la Siria ed il Libano, ove ci sono gli hezbollah. Questo rischia di provocare uno scontro con gli Stati islamici sunniti, come l’Arabia Saudita e la Turchia. Quest’ultima, con il suo presidente Erdogan, coltiva il sogno di ricostruire una sorta di “Impero Ottomano 2.0”.
Purtroppo, ci sono anche equilibri geopolitici che pesano. Basti pensare al fatto che l’Iran sia alleato della Russia e che la Turchia faccia parte della NATO. Oltre alla Turchia e all’Iran vi è anche Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente che è minacciata tanto dagli sciiti iraniani quanto dai sunniti, come la Turchia. Dunque, il panorama è confuso (poiché non ci sono schieramenti nettamente distinti) e vi è una miscela potenzialmente esplosiva. Ogni azione che si farà può essere la “miccia” che farà deflagrare il tutto. Finché si è in tempo, si trovi una soluzione pacifica al problema.