Nel momento in cui mi accingo ad iniziare il mandato di Capo Missione a Santo Domingo – il 30.mo inviato italiano residente dal 1898 – mi piace rivolgere innanzitutto un pensiero alla nostra comunità nella Repubblica Dominicana.
Si tratta di una collettività in continua crescita, che vanta una lunga storia di presenza in questo Paese, che ha giocato un ruolo spesso centrale nello sviluppo della Nazione e che contribuisce apprezzabilmente al suo progresso.
Ci siamo negli ultimi anni adoperati con rinnovato impegno per adeguare i servizi consolari, ormai non di rado assai competitivi rispetto alle analoghe procedure presso un Comune italiano. Pensiamo che si debba adesso procedere in parallelo anche sugli altri aspetti che caratterizzano i rapporti tra le due Nazioni, e che influenzano la nostra immagine presso la popolazione e le autorità locali: la cooperazione culturale, gli scambi e gli investimenti, la condivisione di conoscenze specialistiche, la promozione di quell’Italia dell’innovazione, della ricerca e della tecnologia, che merita di essere sempre meglio raccontata.
Ci predisponiamo a fare questo in un’ottica il più possibile di collaborazione allargata, cercando di interagire ulteriormente con le imprese, le università, la società civile vicina al nostro Paese, e stimolando la “domanda di Italia” che può ancora emergere dalle autorità e dal contesto locale.
Saremo quindi ben attenti a raccogliere la disponibilità e le sollecitazioni che ci potranno essere rivolte, ricercando ogni proficuo confronto e affinando le capacità di ascolto. A tutti i connazionali e ai numerosi amici del nostro Paese chiediamo di guardare a noi non solo come rappresentanti dello Stato, ma anche come naturali partner nel comune intento di mettere a disposizione le migliori energie dell’Italia di oggi, cosi desiderosa di ripartire dopo i più sofferti momenti della pandemia.
Stefano Queirolo Palmas
Ambasciatore d’Italia a Santo Domingo