L’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo si arrende di fronte all’evidenza. Dopo l’annuncio di chiusura della sede diplomatica, comunità e associazioni italiane locali avevano fatto di tutto per scongiurare l’evento: manifestazioni, proteste, raccolte di firme. Tanti gli italiani nella Repubblica Dominicana che hanno coltivato in questi mesi la speranza di non vedere chiusa la propria ambasciata. E anche fra il personale operante all’interno della sede, ad ogni livello, si continuava a credere in un ripensamento.
Ora, però, anche l’Ambasciata si arrende. Su un avviso affisso alle pareti della sede, si legge: “Si comunica che la già programmata cessazione dell’attività di questa ambasciata, fissata per il 31 dicembre prossimo, ha fatto registrare un notevole aumento dell’affluenza giornaliera dell’utenza presso l’ufficio consolare. Ciò, associato alla diminuzione del personale operante nel predetto ufficio, dovuta anche alla fruizione del congedo ordinario ad esso spettante, potrà causare la diminuzione e la variazione del numero dei turni d’ingresso distribuito giornalmente”.
E ancora: “Quanto sopra esposto genererà anche dei tempi di attesa più lunghi rispetto al passato per l’invio via Pec delle pratiche di stato civile ed AIRE ai rispettivi comuni in Italia, nonché per il rilascio di passaporti”. Insomma, un disastro.
“Si informa – continua l’avviso – che a partire dal 1 gennaio 2015 le competenze consolari di questa Ambasciata, relativamente alla Repubblica Dominicana, Haiti, Antigua, Barbuda e Saint Kitts e Nevis, passeranno all’Ambasciata d’Italia in Panama, mentre quelle relative alla Jamaica saranno svolte dal Consolato Generale d’Italia in Miami, USA”.
L’ambasciata, guidata in questi mesi dall’incaricato d’Affari, Olindo D’Agostino, facente funzioni di ambasciatore, ha sofferto molto. Ma ancor di più hanno sofferto e continuano a soffrire i tanti connazionali che vivono e operano nell’isola caraibica, costretti a orari da incubo pur di ricevere un servizio.
L’avviso affisso alla bacheca dell’ambasciata in qualche modo equivale a gettare la spugna. Ad arrendersi di fronte alla realtà delle cose. Una resa conseguente anche alle dichiarazioni del sottosegretario agli Esteri, Mario Giro, che – intervistato dal sottoscritto per un’intervista esclusiva al Listin Diario (il quotidiano più diffuso nella Repubblica Dominicana) – ha spiegato che la chiusura dell’Ambasciata italiana a Santo Domingo è ormai da considerarsi una “decisione definitiva”, la sede chiuderà i battenti, punto.
Abbiamo scritto moltissimo su questa vicenda che ha alimentato speranze coagulando attorno a una possibile risoluzione positiva gli sforzi di tanti italiani residenti. Ne abbiamo discusso a Santo Domingo con decine e decine di persone, anche dominicane. L’umore è nero, i connazionali sono delusi e sfiduciati. Li aspettano tempi assai difficili, anche solo per poter rinnovare un passaporto. Adesso questo stesso governo, che ha dimostrato di tenere così poco agli italiani nel mondo, viene a dirci che un funzionario inserito nell’ambasciata dell’Unione Europea potrà, da solo, occuparsi di una comunità di oltre 50mila italiani, di cui 8500 iscritti all’AIRE. Ci piacerebbe poterlo credere: lo faremo quando saremo in grado di vederlo con i nostri occhi.
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