Luigi (Gino) Panucci è un uomo disperato. Deve 25 mila euro agli usurai e non ha un soldo. Il suo negozio di Plaza Italia, a Las Terrenas, sulla costa Nord della Repubblica Dominicana, è ormai una stanza semivuota. Prima non era così, quando gli affari andavano bene. Gino è preoccupato, parla a voce alta e alterata.
E’ arrivato qualche anno fa a Las Terrenas, che dista circa tre ore dalla capitale Santo Domingo, e ha conosciuto una dominicana di Nagua, Damaris, dalla quale ha avuto una figlia, Francesca, che oggi ha cinque anni; si è sposato con lei e le ha intestato tutto.
Un giorno scopre che la donna, prima gelosissima, lo tradisce con un amico. Si lasciano. Lei torna a Nagua e gli lascia la figlia.
Gino rimane senza un soldo e con la figlia a carico. Non fa mancare nulla a Francesca, che oggi é cittadina italiana e che, ogni tanto, gli chiede: “Papá, quando mi porti a Torino dai nonni?”. Gino vorrebbe accontentarla, ma la madre si oppone e non gli firma il nulla osta.
I prestiti si susseguono, ad interessi del 120 per cento annuale. Dai prestamisti dominicani (usurai all’ennesima potenza) Gino é ora passato nelle mani di usurai haitiani che, dice lui, “ti prestano facilmente perché lavano il denaro, ma sono inflessibili quando devi pagare”. Ora ha paura, paura per la sua incolumitá, perché non sa come far fronte ai suoi impegni, con il negozio vuoto cosí come le sue tasche. Mi mostra decine di ricevute di prestiti rimborsati.
“Una volta gli affari mi andavano bene – confessa – Incassavo anche 50 mila euro all’anno, ma adesso…”. Gli usurai gli hanno portato via anche la maggior parte della merce, in cambio dei pagamenti. In Italia vivono gli anziani genitori, pensionati, “ma, con la loro povera pensione – afferma – Non mi possono aiutare”. Nessun altro parente, a suo dire.
Ma Gino non vuole rientrare in Italia. “Sarebbe come scappare dalle mie responsabilitá – dice – Ed io sono abituato a mettere sempre la faccia, a non nascondermi”. Ha chiesto aiuto alla Farnesina, “al dottor Costa, che é una brava persona”, ha parlato con Livio Spadavecchia, Incaricato d’Affari dell’Ambasciata italiana a Santo Domingo. Desidera che la nostra Ambasciata gli dia una mano, spera in un prestito d’onore che lo aiuti a risollevarsi, a togliersi di torno gli usurai che lo tormentano e mettono in pericolo la sua esistenza. Ha paura per sua figlia. “Dica all’Ambasciatore che io sono una persona per bene – si raccomanda – Non ho vizi, non sono mai andato a donne…”.
“Sono un lottatore, non me ne vado da qui. Lotterò fino alla fine”. Ma la situazione è davvero delicata. Pericolosa. E forse rientrare in Italia, stando così le cose, sarebbe davvero l’unica cosa giusta da fare. “Sono stato minacciato di morte da un haitiano”, ci racconta Gino, che abbiamo raggiunto telefonicamente a Las Terrenas.
La sua intenzione sarebbe quella di ritrovare un po’ di denaro, ricominciare a lavorare con il negozio e così piano piano pagare i debitori. Ma tutto rischia di diventare un cane che si morde la coda.
Gino si trova nei guai, e forse un po’ è anche colpa sua; ma ormai questo aspetto della vicenda non è più importante. Ci auguriamo riesca presto a risolvere la sua situazione. La morale? Pensateci mille volte prima di mettervi nelle mani degli usurai. Specialmente in Repubblica Dominicana. Quelli non scherzano mica.
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