Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia, sulla questione tav e le parole di Di Battista (“Salvini non rompa i coglioni”), intervenuta a Radio Cusano Campus ha detto: “Questi se la cantano e se la suonano. E’ tutto un problema loro interno di lotta e di governo, ognuno fa la sua parte in commedia. Per quanto mi riguarda ritengo che la Tav sia un’opera importante per il Paese, è dimostrato dai fatti”.
Sul reddito di cittadinanza. “I paletti che sono stati inseriti saranno sufficienti ad evitare furberie e abusi? Assolutamente no. Questo agevolerà il lavoro nero. Io faccio l’imprenditrice, Di Maio mi deve spiegare dove sono i 3 milioni di posti di lavoro. Mi deve spiegare dove arriveranno addirittura 3 proposte di lavoro per ciascuno. Ma questa roba qui è la più grande supercazzola che si possa dire e la si può dire a chi non lavora, non ha mai lavorato e non ha capito che il lavoro lo danno le imprese, non lo dà la politica”.
“La politica deve mettere in atto tutti gli strumenti per aiutare le imprese ad assumere. Dov’è il lavoro nel nostro Paese? Quali sono gli imprenditori che hanno assunto attraverso i centri per l’impiego? Il reddito di cittadinanza non serve né a chi è povero né serve ad aumentare l’occupazione. E’ preoccupante. Tutto questo aumenterà il lavoro in nero. Ricordo che un giovane che entra in un’industria metalmeccanica prende 830 di stipendio, allora averne 780 per stare a casa… Poi parlano di formazione, con 6-8 ore alla settimana, ma che formazione è?”.
Il consenso di Salvini al nord risentirà dell’introduzione del reddito di cittadinanza? “Io e Giorgia Meloni venerdì sera eravamo a Busto Arsizio con tantissimi imprenditori che sono basiti per questa manovra finanziaria, sono basiti del fatto che non ci sia niente per le imprese. Ricordo la parola magica: flat-tax, lo shock fiscale, meno tasse. Non è che poi ci prendono in giro con quella tassa piatta per le partite iva, piena di cavilli, che poi vedremo come andrà a finire. Oggi c’è solo una formula per aiutare il nostro Paese: meno tasse, meno tasse, meno tasse”.