Canta Sanremo e la Rai incassa. Quindici milioni di ricavi pubblicitari, ossigeno puro per la mamma ammalata. Il Festival resta un affare, 15 milioni salvano l’annata della Rai. Numeri da sballo, un fiume di quattrini affluisce nei forzieri di viale Mazzini. Ma è tutto oro quello che luccica in questi giorni che annunciano l’avvento del festival della canzone entrato nella storia del costume italiano? I costi vanno considerati, come no. Una singola serata al teatro Ariston si porta via 860mila euro di fitto; costa 7 milioni la convenzione triennale con il Comune di Sanremo. E gli artisti, i tecnici, i dirigenti Rai, la pletora di collaboratori, lo squadrone degli autori, Balduini, Ercolani, Ferrari, Moccia, Valitutti? La spesa complessiva si aggira attorno ai 3 milioni. Cifre importanti, destinate però ad essere oscurate dai ricavi sopra evidenziati.
Un break televisivo pubblicitario nella prima ora fa incassare alla Rai 175mila euro, 30mila un break dopo la mezzanotte; 300mila i minispot in testa alle interruzioni pubblicitarie. Ma volete mettere il compenso pattuito con Adriano Celentano? Obiezione corretta, ineludibile. Il molleggiato guadagnerà 300mila euro per ogni apparizione, fino ad massimo di 750mila, indipendentemente dal numero di serate che lo vedranno protagonista sul palco dell’Ariston. Compensi che Celentano devolverà in beneficenza. Centomila andranno ad un ospedale di Emergency e 250mila a 13 famiglie italiane. Il popolare showman si è già rivolto ai sindaci di sette città italiane, Bari, Cagliari, Firenze, Milano, Napoli, Roma, Verona: si affrettino a segnalare a Celentano i nomi di famiglie in condizioni di assoluta povertà. Se il compenso dovesse raggiungere quota 75Omila, il numero dei nuclei familiari aiutati sarà ampliato a 27.
La storia del compenso ad Adriano Celentano ha mosso polemiche e causato acide Contrapposizioni. Un ghiotto argomento per i media, che ci hanno lavorato sopra alla grande. “Ne hanno parlato soprattutto i politici, proprio loro con tutti i problemi che hanno creato”, piccato Gianni Morandi, riconfermato conduttore televisivo del Festival di Sanremo 2012, titolare di un compenso di 600mila euro. “I politici parlano di Celentano solo per apparire sui giornali. Nessun artista può costare più di Adriano, è unico nel mondo, non solo in Italia”. Uso libero della metafora calcistica spinge Mauro Mazza, direttore Rai di fede calciofila laziale, a definire Celentano “il nostro Tevez”.
Intanto, si amplia il cast. Una lunga lista, un vasto elenco di stelle certe e improbabili: Luca e Paolo, Belèn e Canalis, Alessandro Siano e la supercampionessa del nuoto Federica Pellegrini, Sabrina Ferilli, Geppi Cucciari, e i tre cittì delle nazionale d’Italia, d’Inghilterra e d’Irlanda: Cesare Prandelli, Fabio Capello, Giovanni Trapattoni.
Attore, regista e musicista, partner comico di Morandi, Rocco Papaleo ha contrattato 150mila euro di compenso. Si accontenta di 50mila, pur di apparire e di farsi vedere, Ivana Mrzova, modella nata nella Repubblica Ceca, 20 anni, occhi grigioverdi, bellissima. La Rai fa l’affare, per l’ovvio godimento degli investitori. Ovvero gli inserzionisti pubblicitari. Il Festival di Sanremo assicura comunque ascolti record. Tanto per gradire, la rassegna canora che inchioda gli italiani davanti alla Tv è al primo posto nella classifica dei dati auditel 2011, 50,90% di share nella terza serata. Poi, Fiorello con “Il più grande spettacolo del mondo dopo il week end”, 50,38% di share, e terzo “Il commissario Montalbano”, con 32,60%.
Festival in cinque serate, costo totale 15 milioni di euro. Ma la parità tra entrate e uscite è solo apparente, dovendo considerare inoltre gli incassi al botteghino e quant’altro. Anche la canzone si è adeguata al dettato del presidente Napolitano e del premier Mario Monti. È un’edizione sobria, questa. Sacrifici qua e là, i compensi non sono stati ritoccati e si è provveduto ad alcuni tagli: le auto blu dei dirigenti Rai, i biglietti di viaggio in prima classe, le mazzette dei giornali.
Dimostrazioni di buona volontà per andare incontro alle nuove esigenze di un Paese disagiato a rischio collasso. Il direttore Gianmarco Mazzi, contratto in scadenza, forse all’ultimo suo festival,
è titolare di un compenso da 200mila euro. E se è vero, come assicurano i dirigenti Rai, “fa un gran lavoro e non prende un euro” Lucio Presta, storico manager di Roberto Benigni e Paolo Bonolis.
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