‘Il fatto non sussiste’. L’ assoluzione dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio con la formula piu’ ampia, apre per il governatore della Puglia e leader di Sel, Nichi Vendola, ‘la cavalcata delle primarie’. Una sfida dalla quale finora era stato ‘frenato’ in quanto – confessa Vendola – ‘un po’ mi vergognavo perche’ l’idea di poter essere confuso con un qualunque Fiorito mi dava molto dolore’. Ma il dolore oggi ha lasciato spazio alla felicita’ e alle lacrime perche’ il gup di Bari Susanna De Felice ha disposto l’assoluzione di Vendola e dell’ex direttore generale della Asl Bari, Lea Cosentino, piu’ nota alle cronache come ‘Lady Asl’. Per entrambi la procura aveva chiesto la condanna a 20 mesi.
Vendola era accusato di aver istigato Cosentino, sua principale accusatrice, a riaprire i termini del concorso per l’incarico quinquennale di direttore medico della struttura complessa di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. Questo perche’ – secondo l’accusa – Vendola voleva che al concorso partecipasse un medico che egli intendeva favorire, Paolo Sardelli. Questi nel 2009 partecipo’ e vinse il concorso e ancora oggi guida il reparto che e’ ritenuto un fiore all’ occhiello della sanita’ pubblica pugliese.
Per il procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e i pm Desire’ Digeronimo e Francesco Bretone, il pressing di Vendola su Cosentino e’ stato illecito perche’ ha provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Sardelli, che poco prima aveva visto svanire un incarico direttivo presso l’ospedale ‘Di Venere’ di Bari. Per agevolare Sardelli – sempre secondo l’accusa – i due imputati hanno riaperto i termini del concorso (procedura che gli stessi pm ritengono regolare) sostenendo che alla selezione non si erano presentati candidati all’altezza dell’incarico. Circostanza non rispondente al vero questa – rilevano l’accusa – perche’ da subito alla prova aveva partecipato il medico Marco Luigi Cisternino, che alla fine della selezione aveva ottenuto un risultato ‘eccellente’. Da qui la conclusione accusatoria che non e’ vero che non c’erano candidati eccellenti e che la riapertura dei termini fu fatta solo per favorire Sardelli. Il giudice De Felice pero’ l’ha pensata diversamente e ha assolto gli imputati riservandosi 90 giorni per le motivazioni. Subito dopo la procura decidera’ se impugnare la sentenza, cosa che non e’ affatto esclusa. La decisione del giudice era attesa per Vendola ma non per Cosentino che aveva trascinato in giudizio il governatore accusandolo esplicitamente prima di fare una clamorosa retromarcia.
‘Mi fa piacere che tutti considerassero scontata l’ assoluzione, io ero scaramantico’, sorride Vendola qualche ora dopo il verdetto, raccontando che il suo telefono ha fatto crash per i ‘tanti messaggi di solidarieta’ ricevuti’. Poi spiega la differenza che passa tra il ‘Codice Berlusconi’ e il ‘Codice Vendola’: ‘Berlusconi – racconta – a fronte di una sentenza di condanna per frode fiscale, uno dei reati piu’ infamanti che possano esistere, annuncia il ritorno sulla scena pubblica; per me l’eventualita’ di una condanna per concorso in abuso d’ufficio era sufficiente per congedarmi dalla scena pubblica’ perche’ ‘io sono una persona perbene’. E al cronista che gli chiede se c’e’ qualche cosa che non funziona nella giustizia visto che nel giro di pochi giorni, in due distinti processi a Bari, sono stati assolti lui e l’ex presidente della Regione Puglia ed ex ministro Raffaele Fitto (Pdl), Vendola replica che ‘io e Fitto non abbiamo nulla di che dolerci, visto che ci e’ stata restituita appieno l’onorabilità’.
Onorabilita’ che Vendola difendera’ anche nell’altra inchiesta (condotta dagli stessi pm) pendente a suo carico a Bari nella quale e’ indagato per una transazione da 45 milioni non conclusa tra Regione Puglia e ospedale Miulli. Oltre a Vendola sono coinvolte altre sei persone tra le quali gli ex assessori alla Sanita’ Alberto Tedesco (ora senatore) e Tommaso Fiore, il vescovo Mario Paciello e il prete-manager don Mimmo Laddaga. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono abuso d’ufficio, falso e peculato. Vendola risponde di tutti e tre.
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