Non ci sara’ riunione tra i procedimenti a carico del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e quello al suo ex assessore alla sanita’, il senatore del gruppo Misto Alberto Tedesco, entrambi nella fase dell’udienza preliminare. Lo ha deciso il gup di Bari Antonio Diella che ha respinto la richiesta di riunione dei processi per questioni di economia processuale, essendo il procedimento al presidente della Regione e all’ex dg della Asl Bari Lea Cosentino, a carico di soli due imputati e per la sola ipotesi di abuso d’ufficio, mentre quello a carico di Tedesco e’ nei confronti di 32 imputati per i reati di associazione per delinquere, concussione, corruzione, falso e abuso d’ufficio.
L’appuntamento e’ quindi per il 25 ottobre, davanti al gup Susanna De Felice, quando comincera’ la discussione del processo con rito abbreviato al presidente Vendola, e l’udienza preliminare alla coimputata Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl Bari, ribattezzata dai giornalisti ‘lady Asl’.
Nell’ordinanza con la quale rigetta la richiesta di riunire i procedimenti – richiesta avanzata dalla difesa di Cosentino – il giudice Diella scrive, tra l’altro, che ‘non appare revocabile il dubbio’ che la riunione dei due processi ‘provocherebbe inevitabilmente un ritardo temporalmente significativo e comunque rilevante ed eccessivo della definizione’ del procedimento Vendola-Cosentino.
Vendola dovra’ difendersi dall’accusa di aver istigato Cosentino affinche’ l’ex dg riaprisse i termini del concorso per l’incarico quinquennale di direttore medico della struttura complessa di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. Questo perche’ – secondo l’accusa – Vendola voleva che al concorso partecipasse un medico che egli intendeva favorire, Paolo Sardelli. Questi nel 2009 partecipo’ e vinse il concorso e ancora oggi guida il reparto. Per i pm inquirenti, Desire’ Digeronimo e Francesco Bretone, il pressing di Vendola su Cosentino altro non e’ che un abuso d’ufficio perche’ avrebbe provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Sardelli, che poco prima aveva visto svanire un incarico direttivo nell’ospedale ‘Di Venere’, sempre a Bari.
Gran parte del lavoro degli inquirenti si basa sulle dichiarazioni di Cosentino che ha riferito ai magistrati quanto le avrebbe detto Vendola all’epoca dei fatti, riferendosi alla riapertura dei termini per la presentazione delle domande del concorso per l’ospedale San Paolo: ‘Non ti preoccupare di questa cosa! Ti copro io!’. La pressione di Vendola nei confronti di Cosentino avvenne – secondo la procura di Bari – ‘in assenza di un fondato motivo di pubblico interesse’ e ‘sulla base di una motivazione pretestuosa e in se’ contraddittoria (asserita esigenza di ‘una ampia possibilita’ di scelta’ in relazione alla ‘esiguita’ del numero dei candidati che hanno presentato domanda’, in palese contrasto con la dichiarata ‘specifica particolarita’ della disciplina oggetto della selezione’)’.
Dopo la riapertura dei termini per la presentazione delle domande, ‘con deliberazione del 19 aprile 2009 n.9183/1 Cosentino – per la pubblica accusa – ‘presceglieva’ – fra i soli tre candidati presenti alla prova colloquio tenutasi il 30 marzo 2009, tutti dichiarati idonei dalla Commissione di esperti ed ‘inseriti nella terna da proporre al Direttore generale per la nomina’ (…) – il dott.Sardelli ai fini del conferimento dell’indicato incarico’.
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