"La legge prevede che verranno sanzionati solo quei medici che reiteratamente e consapevolmente prescriveranno prestazioni inappropriate. A loro sarà chiesta una giustificazione e se non la presenteranno o non sarà corretta si arriverà ad un dibattimento e poi, semmai, alla sanzione". Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in una intervista al Messaggero, sul decreto sulla revisione dell’elenco di visite ed esami, assicurando che "queste novità daranno più serenità ai medici dopo dieci anni di austerity e tagli lineari". E in una intervista al Quotidiano Nazionale aggiunge che "non c’è nessuna volontà di umiliare i medici in questo provvedimento, né di limitare la loro capacità decisionale", "se il medico deroga alle regole, e può farlo, lo deve giustificare. Ma prima di arrivare alle sanzioni devono esserci ripetuti episodi e motivazioni ritenute incomplete o insufficienti" e "le sanzioni saranno disciplinate sulla base del contratto collettivo di lavoro. E saranno competenza delle Regioni".
Quindi il ministro, alle critiche di Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, replica, nella sua intervista al Messaggero: "Con le Regioni abbiamo deciso di attaccare gli sprechi e non fare tagli lineari, non eravamo d’accordo sul metodo per le sanzioni come è noto e, alla fine, siamo arrivati ad una mediazione. Mi sarei aspettata il loro intervento per spiegare le ragioni del cambiamento e rasserenare gli animi. Comunque abbiamo una serie di suggerimenti per armonizzare l’applicazione della norma che manderemo in conferenza Stato-Regioni".
"A tutti i cittadini, senza distinzione, sarà possibile accedere ai servizi sanitari. Nel medio periodo, meglio di ora riducendo liste d’attesa e migliorando l’offerta. Non prescrivere indagini inappropriate significa rinunciare a quelle che mai avrebbero dovuto essere prescritte". "II medico continuerà a prescrivere secondo scienza e coscienza. La revisione dell’elenco, 208 prescrizioni su 1700 che ci sono, non modificherà il lavoro. Né il rapporto con il paziente. Piuttosto, come accade in ogni Paese europeo e ora anche in alcune Regioni, si seguiranno dei percorsi che sono quelli raccomandati dal mondo scientifico per una diagnosi appropriata". "Va detto subito che le linee guida sull’appropriatezza delle prescrizioni non ce le siamo inventate noi. Esistono in moltissimi Paesi del mondo".
"Se noi alleggeriamo le liste d’attesa da chi non deve fare la risonanza perché la sua malattia può essere diagnosticata senza quello strumento abbiamo risparmiato e liberato un posto per chi ha bisogno". E indica che le eccessive prescrizioni di risonanze magnetiche sono lo spreco in testa alla classifica: "Per quella a spalla, braccia, bacino e gambe, per esempio, oggi non sono previsti limiti all’erogabilità. Ma si devono mettere", "le risonanze che vengono fatte a carico del servizio sanitario sono circa cinque milioni all’anno. Di queste, almeno un milione, possono essere considerate non necessarie per la diagnosi". E sottolinea che ognuno di questi esami "alle casse dello Stato, può costare dai 150 ai 250 euro, facciamo la moltiplicazione per un milione e capiamo l’entità della cifra che potremmo risparmiare".
Discussione su questo articolo