Prove di unità nel centrodestra chiamato in piazza a Roma da Fratelli d’Italia. Risponde convinto all’appello il leader leghista Matteo Salvini, rispondono anche diversi esponenti di Forza Italia, da Giulio Tremonti a Renato Brunetta e Giovanni Toti, entrambi sul palco allestito in piazza San Silvestro. Il convitato di pietra è Silvio Berlusconi, assente ed evocato direttamente da Meloni e Salvini che non chiudono le porte, anzi, ma mettono dei paletti, chiedendo voto subito e condivisione del programma.
Di Forza Italia non ci sono bandiere tra i manifestanti – 25mila, secondo gli organizzatori – che da piazza della Repubblica hanno sfilato per il centro della capitale fino a San Silvestro, a pochi metri da Chigi e Montecitorio. In testa numerosi sindaci eletti con FdI, seguono i rappresentanti delle zone terremotate, Umbria e Abruzzo, gioventù nazionale- con uno striscione che recita ‘Buffoni di corte’, e raffigura Fedeli con la scritta il pagliaccio, Gentiloni lo sfigato, Saviano il tuttologo, Alfano l’equilibrista, Renzi il cantastorie, Grillo il matto.
Presenti anche i popolari per l’Italia di Mario Mauro, il partito liberale, Idea, Noi repubblicani per un popolo sovrano di Daniela Santanché, e Massimo Gandolfini del family day. Cori, come ‘Gentiloni fuori dai coglioni’ e ‘Meloni presidente’, l’inno nazionale e fumogeni lungo il cammino.
Sul palco si susseguono vari ospiti, poi sale Brunetta e dal pubblico partono fischi. Arriva Meloni a dargli manforte, invita ad ascoltare con pazienza. “Chiunque divida il centrodestra vuole il governo di Renzi – dice il capogruppo forzista con il pubblico che ancora rumoreggia- Se continuiamo con gli errori lo lasciamo vincere. Chi non vuole il centrodestra unito si prende le sue responsabilità”. Poi chiude con “uniti si vince”, e parte l’applauso.
“A volte è difficile mettersi intorno a un tavolo, ma non possiamo abdicare ed essere comparse nella prossima sfida elettorale – è l’appello di Toti – dobbiamo rinnovarci ed evolvere tenendo conto della storia di tutti noi”. Arriva il momento di Matteo Salvini. “Porte aperte” ribadisce “per una coalizione il più ampia possibile ma con un programma preciso che dica innanzitutto ‘al primo posto gli italiani’, e lo dico a Silvio Berlusconi, un paese che non controlla la sua moneta non è sovrano, è schiavo”, è la ricetta del leader leghista, che spiega che “a me della legge elettorale non me ne può fregare di meno, bisogna andare a votare il prima possibile”.
“Chi ha tradito non sarà in lista, a casa Alfano, Verdini e Casini. Con il vostro voto manderemo a casa gli abusivi del Pd e gli sfigati vari che sono ministri”, annuncia. E sugli ex alleati rincara la dose la padrona di casa, Giorgia Meloni, accolta tra gli applausi: “I padri costituenti lo potevano scrivere meglio che la sovranità appartiene al popolo, ma erano uomini di altri tempi, non potevamo immaginare che uno eletto con Berlusconi fondava un nuovo partito chiamato Nuovo Centrodestra e andava a governare con il centrosinistra”, attacca.
Poi la critica all’Europa: “L’euro è stato un disastro, ce ne dobbiamo liberare”, dice ancora la leader di Fratelli d’Italia chiedendo “lo scioglimento della zona euro, vogliamo tornare padroni a casa nostra, vogliamo in costituzione una norma che dica che le leggi italiane sono superiori a quelle europee”. “Noi vogliamo costruire una proposta politica fondata sul concerto di sovranità – spiega, lanciando il suo appello – Non ci interessa se siamo uno di più o di meno, noi vogliamo mettere insieme tutto quelli che condividono queste idee. Possiamo andare in ordine sparso e vedere quadruplicata la nostra presenza in Parlamento, per una volta Fratelli d’Italia potrebbe vedere riconosciuto tanto impegno ma gli interessi del partito vengono dopo”. E conclude: “Chiedo a tutti di fare uno sforzo per prendere queste idee, fare un manifesto fare le primarie, individuare un portabandiera a andare a governare per far vincere l’Italia sovrana”.
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