Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, intervistato dal Messaggero torna sul tema immigrati e sulla vicenda che riguarda la nave Diciotti: “Non parlerei di linea dura. La definirei piuttosto coerenza. E quella paga, sempre. Siamo riusciti a fare una cosa mai fatta prima: coinvolgere un Paese dell’Est, l’Albania, e la Chiesa”.
“Quando ho iniziato a fare politica – aggiunge Salvini, indagato dalla magistratura -, non avrei mai pensato di poter essere accusato di sequestro di persona. Io mi ricordo da bambino i sequestratori. Erano quelli che rapivano le persone e chiedevano il riscatto. Io, invece, ho agito per difendere i confini del mio Paese. E se questo è il prezzo che devo pagare, ok. Ma nessun magistrato pensi di potermi fermare con un’inchiesta”.
L’inchiesta è stata un assist politico? “Ho fatto solo il mio lavoro di ministro e sono pronto a rifarlo. Per il resto mi spiace per il procuratore di Agrigento. Penso che con tutti i problemi che ha la Sicilia, la priorità non sia certo indagare Salvini. E poi lui era lo stesso che qualche mese diceva: ‘Il rischio di terroristi a bordo dei barconi è alto’. Ha cambiato idea?”.
Inoltre assicura che se il Tribunale dei Ministri “dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire…”. “Non è normale che ci siano processi che durano anni e poi c’è chi intasa le aule di giustizia con procedimenti assurdi come quello contro di me. Ma scherziamo?”.
Salvini, interpellato sul rapporto con Forza Italia, osserva: “Mi fa piacere la solidarietà di Berlusconi, ma io più che alle parole guardo ai fatti e in queste settimane la posizione di Forza Italia è stata più vicina a quella del Pd che a quella della Lega. Pensi che il coordinatore regionale siciliano (Gianfranco Miccichè, ndr) mi ha pure dato dello stronzo e nessuno in Fi lo ha smentito”. “Con Conte e Di Maio stiamo lavorando bene. Abbiamo fatto più noi in pochi mesi che la sinistra in sei anni di governo”.
ORA LE NAVI DI MIGRANTI NON PARTONO PIU’
“Da quando è iniziato il caso Diciotti di navi dalla rotta del Sud Mediterraneo non ne sono più partite. Questa è la conferma che se fai capire che qui non sbarca nessuno, a venire ci pensano due volte. E le dico un’altra cosa. Si ricorda le polemiche per la mia circolare nella quale chiedevo di dare una stretta sulla concessione delle domande d’asilo? Bene. Da allora il loro numero è diminuito drasticamente. Comunque sì, mi comporterei alla stessa maniera”.
CASO DICIOTTI FARA’ SCUOLA
“L’Unione Europea se ne frega del problema dell’Italia. Così abbiamo trovato soluzioni alternative. L’Albania si è anche detta pronta ad accogliere altri migranti e siamo in contatto con altri Paesi dell’Est (Serbia e Montenegro, ndr) che hanno dato la loro disponibilità. Se la Ue non è in grado di risolvere il problema, lo faremo noi. Quello della Diciotti è un caso che farà scuola”.
Riguardo alla disponibilità della Cei di farsi carico di 100 migranti dice: “Ci ho lavorato personalmente. Ho incontrato alcuni funzionari, altri li ho sentiti al telefono e in meno di 24 ore abbiamo chiuso. Proprio mentre ad pensavano a processarmi…”. E aggiunge: “Non credo di essere un esempio di santità. Sono divorziato e sono un peccatore. Ma col mio lavoro cerco di difendere i valori cari ai cattolici. L’altro giorno ero in bicicletta, una famiglia mi ha fermato e mi ha regalato un braccialetto della Madonna di Medjugorje. Altri in questi giorni mi hanno donato quattro o cinque rosari benedetti. E poi scusi, se fossi davvero così tremendo, i vescovi italiani avrebbero accettato di trattare con me?”.
Infine spiega che ora i migranti “verranno identificati e chi non ha diritto verrà respinto. E se verrà accertato che si tratta di eritrei, rientreranno a pieno titolo nell’accordo di redistribuzione siglato dall’Europa. Del resto il trattato prevede la distribuzione tra i Paesi europei di 35 mila persone. Al momento l’Europa è ferma 12 mila”.
ORBAN? M5S CRITICI SONO MINORANZA
L’incontro con il premier ungherese Viktor Orban? “L’obiettivo non è trovare accordi per la redistribuzione, piuttosto è quello di accordarci per il controllo delle frontiere esterne. Per creare in Libia e in Nord Africa porti sicuri dove far attraccare le navi e creare centri di identificazione sulle coste africane per capire chi deve essere aiutato e chi no”. Ed alle polemiche replica: “Orban è un capo di Stato. Se la Merkel mi chiedesse un incontro non avrei problemi a confrontarmi con lei. Per il resto i 5 Stelle che criticano sono una minoranza e il Pd ormai esiste solo in funzione di Salvini e della Lega. Non hanno più una proposta credibile”.