La realtà dell’Appennino è molto ricca di bellezze storiche e naturalistiche. Eppure, oggi vede uno spopolamento. Ci sono borghi storici che sono sempre più in stato di abbandono. Mi vengono in mente borghi come Braia, una frazione del Comune di Pontremoli, in Toscana, o Serra, frazione del Comune di Rocca Santa Maria, in Abruzzo, oppure Cavallerizzo, frazione del Comune di Cerzeto, in Calabria.
Anche Comuni come quello di Galati Mamertino, in Sicilia, hanno visto un calo demografico. I giovani se ne vanno e gli anziani muoiono.
Servono investimenti nelle zone dell’Appennino, dalla Liguria alla Sicilia. Qui non si tratta solo di salvaguardare delle comunità, ma anche delle realtà storiche importanti. Penso, per esempio, ai castelli.
Queste realtà hanno delle potenzialità importanti. Eppure, sono sempre più in stato di abbandono. I motivi, per esempio, sono la carenza di strutture primarie, come le strade. Servono anche presidi sanitari, come gli ospedali. Creando strutture di questo tipo, si fa sì che sia le persone che le attività che producono ricchezza non lascino quelle zone.
Non sarebbe il caso di implementare una politica adeguata per quelle realtà? Magari, anche il turismo delle radici potrebbe essere funzionale a ciò. L’abbandono dell’Appennino rischia seriamente di impoverire il nostro Paese dal punto di vista economico e culturale.