Il 23 settembre del 2011 il direttore dell’esperimento “Opera”, Antonio Ereditato, aveva lasciato il mondo della scienza e della fisica senza fiato e senza parole. I neutrini viaggiano più veloci della luce. Questo era quanto era stato calcolato facendo percorrere ai neutrini una distanza di 720 chilometri che andava dal Cern di Ginevra fino al Gran Sasso, dove i neutrini sembravano aver guadagnato 60 miliardesimi di secondo sulla luce. La notizia era stata accolta con cautela. Cosa sarebbe successo se si fosse smentita la relatività di Einstein? Se la velocità della luce non avesse più potuto essere una costante della fisica?
Ma oggi quelle prime pagine dei giornali che avevano annunciato la scoperta, la hanno parimenti smentita. C’è stato un errore di rilevazione della velocità fra il Gps, il cavo in fibra ottica e il computer utilizzato per calcolare la misura.
I ricercatori sono spiacenti di comunicare all’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che i tunnel abruzzesi, per quanto ben fatti, non sono ancora in grado di far correre i neutrini più velocemente della luce. Né fisicamente, né geograficamente.
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