“Che cosa è l’acufene? Non sono molti, al di là dei diretti interessati, quelli che sono in grado di dare una risposta precisa. Eppure si tratta di una patologia dell’udito, consistente in una sensazione di fischi, ronzii, soffi, pulsazioni, che si sta velocemente diffondendo, soprattutto per l’assalto dell’inquinamento e per la particolarità di alcuni stili di vita. Studi recenti hanno calcolato che in Europa ne sarebbe colpito tra il 10% e il 20% della popolazione. Decine di milioni, dunque”. E’ quanto ha dichiarato l’on. Gino Bucchino commentando la risposta data dal Sottosegretario Adolfo Elio Cardinale a un’interrogazione sull’argomento, presentata nella Commissione Affari Sociali della Camera. “Dalle autorità sanitarie e dagli stessi medici i fenomeni legati all’acufene sono minimizzati, mentre essi, oltre a dare acute sofferenze a chi ne è colpito, può assumere le forme di una vera e propria patologia, capace di incidere sull’equilibrio psico-fisico di una persona. Per questo, anche su sollecitazione dell’Associazione Italiana Tinnitus-Acufene, ho presentato nella mia commissione un’interrogazione volta a chiedere due cose precise: la promozione di programmi di ricerca su questo male, in modo da arrivare a delineare prima possibile una cura valida ed efficace; l’inserimento di questa patologia nell’elenco delle malattie croniche e invalidanti, di cui al decreto ministeriale n. 329 del 1999, così da permetterne l’assunzione nei livelli essenziali di assistenza. Un analogo atto parlamentare ha fatto la collega Laura Molteni, che ha particolarmente insistito su questa seconda esigenza. La diffusa e argomentata risposta del Sottosegretario Cardinale mi ha lasciato parzialmente soddisfatto. Da un lato, infatti, si sono riconosciute la vastità del fenomeno e l’urgenza di approfondirne le manifestazioni, dall’altro ci si è limitati a invocare un più completo accertamento del quadro nosologico, prima di decidere l’inserimento dell’acufene nei livelli essenziali di assistenza. Poiché di queste cose abbiamo parlato in una commissione della Camera, vorrei approfittarne per dire che la crisi della politica e delle istituzioni si affronta anche, e forse soprattutto, rimettendo al centro dell’attenzione i problemi concreti delle persone, che da troppo tempo attendono una giusta soluzione”.
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