Imane Fadil, una delle testimoni chiave delle inchieste del Rubygate, è morta il 1 marzo scorso alla Clinica Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano. L’ex modella 34enne era ricoverata da qualche giorno e aveva rivelato al suo avvocato che temeva di essere stata avvelenata.
A comunicare il decesso della modella è stato il procuratore di Milano Francesco Greco che all’agenzia LaPresse ha confermato che “la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulla sua morte e al momento tutte le ipotesi investigative sono aperte”, inclusa quella di una morte per avvelenamento. Poco fa infatti la conferma: la Procura di Milano indaga per omicidio volontario per la morte di Imane Fadil. Da quanto e’ stato riferito in Procura, dalle cartelle cliniche e’ emersa una “sintomatologia da avvelenamento”. Sul corpo e’ stata disposta l’autopsia.
“Mi hanno avvelenato”, sono queste le parole che Imane Fadil, testimone chiave dei processi Ruby che vedono tra gli imputati l’ex premier Silvio Berlusconi, avrebbe rivolto al telefono sia al fratello che all’avvocato durante il lungo ricovero all’ospedale Humanitas di Milano. Una permanenza iniziata il 29 gennaio.
LE SERATE DI ARCORE
Imane Fadil, insieme a Ambra Battilana e Chiara Danese, aveva raccontato agli inquirenti delle serate hot ad Arcore e del bunga bunga. Le tre ragazze, che avevano chiesto di costituirsi come parti civili, erano però state escluse dal filone principale del processo Ruby ter perchè i giudici della settima sezione penale, davanti ai quali si celebra la tranche principale del processo che vede imputati Silvio Berlusconi e altre 27 persone per corruzione in atti giudiziari, tra cui la stessa Karima El Mahroug e molte ‘olgettine’, avevano ritenuto che i reati contestati non ledessero direttamente le tre ragazze, ma ‘offendessero’ lo Stato.
Imane, Ambra e Chiara avevano anche intavolato una trattativa con la senatrice di Forza Italia, Maria Rosaria Rossi, fedelissima di Silvio Berlusconi, per un risarcimento in sede extragiudiziale. Da indiscrezioni era trapelato che avessero chiesto danni per 2 milioni di euro. L’accordo, però, non era stato raggiunto e le trattative erano saltate.
Le tre ragazze, a quel punto, avevano chiesto di costituirsi parti civili anche in un altro filone del processo, che vede imputati Berlusconi e la showgirl Roberta Bonasia e che è pendente davanti ai giudici della quarta sezione penale e che presto verrà riunito con quello principale. A margine di una delle udienze, a cui non mancava mai, la modella 34enne aveva raccontato che stava scrivendo un libro sulle “cene eleganti”.
Fadil, che e’ stata parte civile nel processo Ruby bis sulle serate a luci rosse a casa di Silvio Berlusconi e che di recente invece e’ stata estromessa da parte civile nel processo Ruby ter, da quanto e’ stato riferito, si e’ sentita mala a casa di un amico, da cui viveva, a gennaio e poi il 29 di quel mese e’ stata ricoverata all’Humanitas di Rozzano, prima in terapia intensiva e poi in rianimazione.
La giovane, gia’ prima del ricovero, stando a quanto ha spiegato il procuratore Greco, accusava sintomi tipici da avvelenamento come mal di pancia, gonfiore e dolori al ventre. Mai nelle settimane in cui la ragazza era ricoverata e nemmeno il giorno della morte, l’ospedale ha comunicato alcunche’ alla magistratura, sebbene non sono state individuate le cause della morte e non ci sia una diagnosi certa sul decesso.
Per questo nell’ambito dell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano gli inquirenti dovranno sentire anche i medici che non sono riusciti a salvarla. Inoltre hanno disposto gli accertamenti sul sangue rilevato alla giovane modella durante il ricovero ospedaliero e l’acquisizione di oggetti personali, documenti scritti e brogliacci di un libro che stava scrivendo e che conservava.
E’ gia’ stato anche sentito in procura il fratello, la persona con cui lei in questo ultimo periodo si sarebbe confidata. Secondo quanto ribadito da Greco, Imane Fadil quando si trovava in ospedale aveva detto al suo avvocato, ai parenti e ai suoi amici di temere di esser stata ‘avvelenata’. La procura ha saputo della morte della modella solo una settimana fa, in quanto informata dal suo legale. Greco ha assicurato che verranno effettuati in tempi brevi “indagini approfondite, perche’ in questo caso c’e’ stata una morte e quindi bisogna considerarla una vicenda seria”.
“NOI ABBIAMO PAGATO PIU’ DELLE ALTRE”
“Per cio’ che succedeva ad Arcore, noi abbiamo pagato piu’ di tutte le altre, quelle che hanno deciso di farsi corrompere”. Questo diceva in una delle sue ultime interviste, a ‘Repubblica tv’, Imane Fadil. Parole pronunciate due settimane prima del suo ricovero e dopo avere appreso, nell’udienza del processo Ruby ter, di essere stata esclusa dalle parti civili.
“Tutto questo e’ iniziato quando avevo 25 anni. In nove anni sono sempre stata lineare – affermava – ho sempre detto la verita’ al contrario degli altri e ho respinto tantissimi tentativi di corruzione da parte di Silvio Berlusconi e di tutto il suo entourage”.
Imane era pronta a pubblicare un libro sulla sua storia, le cui bozze sono state sequestrate dalla Procura che pero’, come ha riferito Francesco Greco, non vi ha trovato “nulla di rilevante”. “Prima o poi tuttI lo vedranno, prima o poi sara’ pubblicato – era l’auspicio della giovane – Ho fiducia nella giustizia italiana e ho fiducia nel fatto che le cose stiano cambiando”.
IL RICORDO DI LELE MORA
“Imane Fadil era una ragazza molto chiusa con molti problemi familiari”. Parla così, ai microfoni di Radio Capital, Lele Mora. “Me la presentò un Dj in un ristorante milanese. Ma non voglio dire cose che non so perché mi sono già trovato a dover affrontare tanti problemi, ho finito e pagato tutto senza aver fatto niente”. Poi ancora: “Imane venne con me a due cene (le “cene eleganti” organizzate ad Arcore dall’ex premier Silvio Berlusconi , ndr) ma lei stessa disse di non aver mai fatto niente in quelle occasioni, tanto che chiese i danni morali. Sono molto molto dispiaciuto, quando succedono queste cose e ti trovi in certi contesti…”